di Donatella Di Nitto

Roma, 30 giu. (LaPresse) – Torna alla Camera il disegno di legge sulla riforma della Scuola e, come preannunciato, sarà un esame lampo con probabile ricorso alla fiducia anche in questa sede. E’ iniziato infatti oggi in commissione Cultura l’esame del maxiemendamento licenziato dall’aula del Senato lo scorso 25 giugno e i tempi dettati dall’ufficio di presidenza lasciano poco spazio alla discussione e alla modifiche. Ritmo serrato quindi con l’obiettivo di portare il provvedimento in aula il 7 luglio prossimo, così come ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, e si arriverà a questa data, ha spiegato la relatrice al testo, Maria Coscia (Pd) “con o senza l’approvazione della commissione”. Al momento però, ribadisce la stessa Coscia “non c’è nessuna ipotesi” sulla fiducia in aula “il clima in commissione non mi sembra ostile”.

Precari a rischio -. Resta il fatto che anche una sola modifica apportata in questa terza lettura rispedirebbe il provvedimento in Senato, mettendo a serio rischio l’assunzione degli oltre 100mila precari per l’inizio del prossimo anno scolastico. Lo stesso capogruppo del Pd a Montecitorio, Ettore Rosato, aveva auspicato “un rapido via libera della Camera del ddl Scuola senza modifiche”. Insomma sarebbe al momento prematuro parlare di fiducia, ma è plausibile pesare che per rispettare i tempi che il governo si è prefisso sia l’unica soluzione.

Intanto la commissione Cultura questa mattina ha stabilito il timing dei lavori: domani alle 14 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl mentre giovedì alle 8,30 la presidenza comunicherà l’inammissibilità degli emendamenti. Nel pomeriggio di giovedì, hanno spiegato dalla commissione, dovrebbe invece iniziare il voto delle proposte di modifica, che dovranno essere massimo 40 a gruppo, per non superare 200 emendamenti in tutto. “Se ce ne fosse bisogno – ha assicurato la relatrice, Maria Coscia – siamo pronti a lavorare anche nel fine settimana. Ma dal clima che c’è in commissione non credo che ci saranno ritardi”. Il Pd, ha annunciato la deputata Dem, “sicuramente non presenterà” emendamenti. Le previsioni più rosee sono quindi quelle di chiudere venerdì sera e martedì 7 approdare in aula con la discussione generale. Questa sera al termine dei lavori d’aula la commissione tornerà a riunirsi per iniziare la discussione generale sul provvedimento.

Insorgono le opposizioni-. Sui tempi e modi dell’esame del ddl già sono insorte le opposizioni. Il Movimento 5 Stelle di Camera e Senato denunciano infatti il contingentamento dei tempi in commissione Cultura, definendo la tagliola emendatativa come “la farsa del Pd e del governo” uno “sprint che, come già avvenuto nelle due precedenti letture del testo alle Camere, non darà luogo ad alcuna modifica, dal momento che è blindato”. Pertanto i pentastellati, annunciano che “in commissione, in aula e nelle piazze anche nei prossimi giorni continueremo a dare voce al mondo dell’istruzione, al quale Renzi e il Pd hanno messo il bavaglio”. Anche i deputati di Sel della commissione Cultura di Montecitorio, Annalisa Pannarale e Giancarlo Giordano, annunciano battaglia: “I tempi ristretti non ci impediranno di confrontarci e di presentare gli emendamenti di merito necessari a segnalare le enormi criticità di questo provvedimento. Così com’è il ddl non va bene e sono necessari cambiamenti radicali”.

Duro anche il commento di Forza Italia che con Maria Stella Gelmini, deputata azzurra ed ex ministro dell’Istruzione, attacca “sotto il ricatto della mancata assunzione di 100.000 precari, il Ddl Scuola approvato in Senato con la fiducia è un provvedimento decisamente peggiorato rispetto a quello trasmesso al Parlamento dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, già annacquato rispetto al documento programmatico della “Buona Scuola”. Secondo Gelmini infatti “il Governo ha svuotato il provvedimento a ogni passaggio parlamentare e ancora più inspiegabile è l’inutile atto di forza finale con la fiducia”.

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