Di Benedetta Dalla Rovere Pontida (Bergamo), 21 giu. (LaPresse) – Nonostante il richiamo a San Francesco e alla pace, è una Lega tutta all’attacco quella che il segretario federale Matteo Salvini ha chiamato a raccolta dal palco di Pontida. “Siamo qui per vincere”, è stato lo slogan dell’edizione del 2015 del tradizionale raduno del Carroccio, che quest’anno ha visto per la prima volta uniti sul palco e sul ‘sacro parto’ rappresentanti eletti e militanti del Nord e del Sud. Simbolo della manifestazione, molto partecipata, è la ruspa che Salvini ha promesso di usare per distruggere i campi nomadi abusivi lungo tutta la penisola. Ruspe erano anche parcheggiate ai margini del pratone, ormai circondato da case, supermercati e stabilimenti, dove ogni anno si rinnova il ‘giuramento di Pontida’. E ruspe campeggiavano sulle magliette e sulle bandiere di ‘Pontida 2015′. “La ruspa non la uso per i Rom ma per il governo, che è più pericoloso – ha spiegato Salvini prima del comizio -, prima mandiamo a casa Renzi, poi sgomberiamo i campi Rom”. Il leader del Carroccio dal palco non ha risparmiato nemmeno l’Europa, che ha definito “covo di criminali”. Un affondo lo ha riservato anche a Papa Francesco. “Non mi permetterei mai di attaccare il Papa”, ha detto, precisando però che “rispetto chiama rispetto”. “E’ giusto che il Pontefice chieda aiuto per tutto il mondo – ha aggiunto -, ma altrettanto giusto che chi è pagato dai cittadini italiani pensi prima a loro”.
STOCCATA A PAPA FRANCESCO. Sul palco Salvini, come lo scorso anno, ha voluto i bambini, figli dei militanti della Lega. “Sono il simbolo nostro futuro”, ha detto. “Qui non c’è rabbia né rancore – ha proseguito -, ma siamo qui per costruire la speranza e il futuro dei nostri figli. La paura lasciamola a Renzi e alle sue damigelle” perché “questa è la Pontida della gioia”. Poi sono arrivate le parole forti. “La scelta della Lega è una scelta di normalità – ha sottolineato -, noi non proponiamo cose irrealizzabili e non compriamo i voti con 80 euro”. Una volta vinte le elezioni e archiviata la perentesi Renzi, poi, la prima cosa da fare è cambiare l’Europa “perché quella attuale – ha spiegato – è un’Unione Sovietica criminale, che vuole ammazzare le nostre identità e le diversità”. Il leader del Carroccio non ha risparmiato una stoccata nemmeno a Papa Francesco. “Mi fa piacere che durante la sua visita a Torino abbia trovato il tempo di incontrare dei Rom – ha detto -, sono sicuro che avrà incontrato anche torinesi sfrattati ed esodati”. “Buono sì ma fesso no – ha proseguito -, cristiano sì ma autolesionista no”.
SUD AMICO. Spazio, invece, agli “amici del Sud”. “Sono miei fratelli”, ha detto Salvini al termine del comizio, non escludendo di organizzare una “Pontida del Sud”. “Ci stiamo lavorando – ha assicurato -, ci sono già proposte di località pronte ad accoglierci”. Dal palco anche i ‘vecchi’ del partito hanno lanciato la sfida a Renzi. Umberto Bossi è stato accolto da Salvini con un abbraccio. Il segretario del Carroccio ha voluto mettere la parola fine alle diatribe con il Senatùr: “Noi della Lega – ha assicurato – non archiviamo ne pugnaliamo nessuno”. E dal palco Bossi ha detto: “Caro Renzi, i voti non sono niente, anche in democrazia, se non sono finalizzati a cambiare il Paese. Per fare alleanze con noi ci vogliono i voti, non chiediamo voti per i voti ma per fare le riforme. Spero che la Lega sia ancora così”.
FINALITA’ RIMANE INDIPENDENZA PADANIA. Sull’unità della Lega ha garantito anche Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e responsabile organizzativo del partito, che ha assicurato che nulla è cambiato nella Lega con il nuovo statuto approvato dal congresso del partito. “Dopo aver dato vita al nuovo statuto, ho letto che abbiamo dato vita a una Lega nazionale – ha detto Calderoli -. Ho un nonno che a Bergamo ha fondato un movimento con il motto ‘Bergamo nazione tutto il resto è Meridione’ e mi taglio una mano piuttosto che fare uno statuto nazionale e centralista. La Lega ha sempre una sola finalità, che è l’indipendenza della Padania”.
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