Roma, 18 giu. (LaPresse) – Prima non risponde, poi tentenna un po’. Alla fine cede alle domande dei giornalisti e sostiene di “non aver mai avuto dubbi” sulla possibilità di ricandidarsi a sindaco di Roma. Ignazio Marino, primo cittadino della Capitale dal 2013, non vuole lasciare la poltrona di sindaco prima del 2023, nonostante le pressioni bipartisan degli ultimi giorni.

Pressioni che vengono dal fronte interno – vedi i dubbi sollevati dal premier Renzi nel salotto di Porta a Porta – e anche da quello esterno. Oggi è toccato a Ncd: consiglieri e parlamentari laziali del partito hanno deciso che stazioneranno in piazza del Campidoglio in concomitanza di ogni riunione del Consiglio comunale, in quella che definiscono una ?maratona? per chiedere le dimissioni di Marino.

E ieri era stato il turno di Beppe Grillo, leader del M5S, che voleva “elezioni prima che la città venga sommersa da topi, spazzatura e clandestini”. Seguito da Alessandro Di Battista, deputato pentastellato, che oggi etichetta Marino come uno “attaccato alla poltrona, che rifiuta i diktat di Renzi”. Il giudizio finale, però, il primo cittadino di Roma lo rimanda al termine del suo mandato: “Aspetto che il paziente esca dalla sala operatoria prima di giudicare come è andato l’intervento e poi abbracciarlo”, ha detto con una metafora legata al suo passato di medico chirurgo. L’attuale sindaco, inoltre, ha di nuovo attaccato chi l’ha preceduto in Campidoglio: “Qui c’erano stati i ladri – ha dichiarato -, abbiamo preso la città nelle stesse condizioni in cui Mario Monti ricevette il Paese dalle mani di Berlusconi”.

Non s’è ovviamente parlato solo di spazzatura, nella conferenza stampa in cui il sindaco ha presentato, con toni molto positivi, il nuovo piano di gestione dell’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa della gestione dei rifiuti. Marino s’è trovato a discutere anche di Mafia Capitale: “Abbiamo interrotto il legame perverso tra cattiva politica, affari e mondo criminale – ha dichiarato .- Io Panzironi -uno dei protagonisti dell’inchiesta, ndr- l’ho allontanato dall?Ama due anni prima che lo facesse la magistratura”.

Su ‘Mafia Capitale’ e il commissariamento di Roma la palla è ora in mano al prefetto Franco Gabrielli che, in questi giorni, sta studiando la relazione da presentare al Consiglio dei Ministri e il parere da dare sul possibile scioglimento della giunta e che oggi era in audizione di fronte alla commissione d’inchiesta sull’Immigrazione alla Camera. Gabrielli sottolinea i danni fatti da ‘Mafia Capitale’: “Ha azzoppato la cooperazione sociale in città e ha fatto perdere duemila posti per l’accoglienza dei migranti” a Roma. Il prefetto consegnerà la sua relazione entro fine luglio e poi spetterà al Consiglio dei Ministri decidere.

Marino punta a ricandidarsi, ma le parole di Renzi di lunedì, insieme alle proteste di cittadini e partiti avversi, non lo fanno stare certamente “sereno” (come direbbe il presidente del Consiglio) e una domanda che circola in Campidoglio – in pieno stile di metafora calcistica – è se il sindaco arriverà a mangiare il panettone.

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