Roma, 16 giu. (LaPresse) – ‘Renzi 1‘ è tornato. Se nell’elezione del capogruppo Pd alla Camera, minoranza e maggioranza hanno fatto convergere i loro voti sul renziano Ettore Rosato (239 ‘sì’ su 290 votanti dei 310 deputati Pd), facendo pensare a una pace ritrovata, in serata il premier-segretario ha dato il colpo di coda alle opposizioni interne ed esterne al partito. Annunciando a ‘Porta a Porta‘ che sono troppi i tremila emendamenti presentati in commissione al Senato sul disegno di legge sulla scuola, Renzi ha di fatto scaricato sulla minoranza la responsabilità di un eventuale slittamento delle centomila assunzioni nella scuola.
“Con tremila emendamenti in commissione al Senato mi pare evidente che quest’anno non si assume, si slitta al prossimo anno”, ha detto. Era di pochi minuti prima la concessione alle forze sociali e alla minoranza del suo partito: “Farò come mi ha detto Lula, terrò una conferenza nazionale a inizio luglio con i sindacati, le associazioni, i docenti precari e ascolterò quello che avranno da dire. Si discuterà ancora anche con i parlamentari, poi però si deciderà”.
‘Renzi 1’ è anche quello che ha preso la parola sulla giunta Marino, annunciando che “non ci sarà il commissariamento da parte del Cdm” ma che resta “la questione amministrativa”. “Se sono capaci di governare, governino. Altrimenti vadano a casa”, ha precisato il premier che ha anche avuto parole di encomio per Matteo Orfini, descrivendo come “meraviglioso” il lavoro svolto finora dal commissario del Pd capitolino dopo l’inchiesta di Mafia Capitale. Dopo aver reso l’onore delle armi a Marino, definendolo “persona perbene”, Renzi l’ha liquidato, sottolineando in un altro passaggio che “chi è onesto però dev’essere anche capace”.
E sulle primarie, su cui pareva esserci un sostanziale accordo con la minoranza del suo partito, Renzi ha ribadito che per il candidato premier vanno bene, ma non sempre funzionano per le amministrative e ha già annunciato che non è detto verranno usate per le elezioni del prossimo anno. Torino, Bologna, Napoli e decine di altri Comuni saranno dunque i terreni su cui si misurerà il nuovo metodo Pd post primarie.
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