di Donatella Di Nitto

Roma, 14 giu. (LaPresse) – Milano, Ventimiglia e Roma è questa la fotografia drammatica di un esodo di migliaia di persone che nasce dalla fuga da un paese in guerra, si consuma attraverso sbarchi spesso di corpi senza vita e termina con immigrati stipati in centri accoglienza stracolmi, buttati in strada a dormire su cartoni nelle stazioni o alla frontiera con un altro Paese. L’Europa chiude le porte all’Italia e quella solidarietà promessa, soprattutto sul tema dell’accoglienza condivisa, al momento è disattesa. Il governo italiano non ci sta e quando la situazione ormai è diventata insostenibile anche e soprattutto dal punto di vista sanitario avverte l’Unione: “Se il consiglio europeo sceglierà la solidarietà, bene.

Se non lo farà, abbiamo pronto il piano B”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi oggi sulle pagine del Corriere della Sera è stato chiaro sottolineando come una mancata risposta, sostanzialmente in termine di quote di immigrati da condividere, “sarebbe una ferita innanzitutto per l’Europa. Vogliamo lavorare fino all’ultimo per dare una risposta europea”. La strada del dialogo che porti ad un accordo è ancora aperta e il premier ha tutta l’intenzione di percorrerla e dare battaglia. Di fronte a lui due settimane che lo separano dal Consiglio Ue in programma il 25 e 26 giugno, prima la riunione dei ministri dell’Interno a Lussemburgo, dove già Angelino Alfano ha anticipato: “Non accetteremo un’Europa egoista”. E poi rivolgendosi anche alla Lega Nord ha rilevato: “Le scene di Ventimiglia sono solo l’antipasto di quello che succederebbe se si chiudesse Schengen”.

Insomma il piano B annunciato è già pronto per essere messe in atto, Renzi però la rottura evidentemente non la vuole e non la cerca, anzi sfrutterà tutto il tempo a disposizione per portare non ‘un’ risultato a casa, ma ‘il’ risultato.

Incontro con Inghilterra e Francia all’Expo. Nei prossimi giorni Renzi vedrà i colleghi David Cameron e François Hollande, rispettivamente mercoledì 17 giugno e domenica 21. L’occasione sarà l’Expo di Milano con le consuete visite ai padiglioni nazionali, ma questa sarà anche la sede di due bilaterali separati durante i quali sara’ affrontata la questione immigrazione e sarà affrontata la situazione europea. “In Europa va cambiato il principio sancito da Dublino II – ha spiegato Renzi – e votato convintamente da chi oggi protesta contro il nostro governo. La comunità internazionale è responsabile di ciò che accade in Libia in ragione dell’intervento di 4 anni fa e della scarsa attenzione successivamente dedicata al tema”. Un prepartita quindi sul campo di Rho, che farà da riscaldamento alla competizione vera, quella che si giocherà a Bruxelles.

Convocate le regioni a palazzo Chigi. Parallelamente il presidente del Consiglio dovrà affrontare le situazioni arrivate al limite che si stanno verificando alla frontiera con la Francia e nelle stazioni di Milano e in quella della Tiburtina a Roma. Mentre si assiste infatti a un flusso di profughi e clandestini in fuga verso i paese del Nord Europa, in Italia c’è un muro contro muto tra governo e presidenti delle Regioni. Primo fra tutti Roberto Maroni che molto apertamente ha detto di non poter accogliere altri profughi e che premierà chi seguirà la sua linea. Quella del governatore della Lombardia non è di certo l’unica voce in dissenso, mentre prosegue il flusso da Sud a Nord di immigrati che davanti al ‘no’ di molte amministrazioni, bivaccano appunto in strada, in stazione o fuori a centri accoglienza stracolmi. “Una situazione insostenibile” ha ribadito Alfano oggi, situazione che sarà discussa nei prossimi giorni a palazzo Chigi tra governo e presidenti delle Regioni. Maroni oggi a ‘In 1/2 ora’ ha accolto con soddisfazione la convocazione, di cui ancora non esiste una data: “Se riusciremo a trovare accordo, benissimo. Io non sono contro il governo Renzi a prescindere. Il governo e’ in grado di trovare una soluzione? Ben venga, basta che sia equa e ragionevole. Sono per una leale collaborazione con il governo centrale, ha funzionato per Expo che sta andando bene, non c’e’ nessunissimo problema”. L’idea dell’ex titolare del Viminale è comunque quella di chiedere “l’intervento dell’Onu, che realizzi dei campi profughi in Libia”.

Ventimiglia, Milano e Roma situazione sotto controllo. Rimangono ancora calde ma sotto controllo le situazioni a Ventimiglia, Milano e Roma. Sono circa 80 i migranti che sono rimasti alla stazione di Ventimiglia dopo la decisione della Francia di bloccare la frontiera. La polizia ferroviaria spiega che la situazione è tranquilla e non ci sono state ulteriori tensioni dopo quelle di ieri. I migranti stanno continuando la protesta con striscioni e rifiutando il cibo ma sono ospitati in un campo allestito dalla Croce rossa e assistiti da varie associazioni di volontariato. A Milano gran parte dei migranti che era accampato ieri nella stazione è stato trasferito nei centri di accoglienza, mentre il presidio sanitario prosegue le verifiche sui casi di scabbia e malaria emersi nei giorni scorsi. Oggi sono arrivati circa 50 siriani, che saranno registrati dai responsabili di Arca Onlus in modo da cercare per loro una soluzione nei centri di accoglienza, che allo stato però, dopo i trasferimenti degli ultimi due giorni, sono al completo. A Roma infine questa notte è stata allestita una tendopoli con 150 posti letto, un presidio medico con tre posti di ricovero. Presenti anche pediatri che hanno rilevato su molti bambini infiammazioni cutanee in via di guarigione.L’assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale, Francesca Danese, ha infine annunciato che in 20 giorni sarà pronta una struttura per l’emergenza nei pressi della stazione “per accogliere in modo dignitoso i migranti”.

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