di Giuseppe G. Colombo

Roma, 15 mag. (LaPresse) – Un incidente di percorso ‘macchia’ la marcia del Governo sul ddl scuola alla Camera: l’esecutivo è andato sotto durante il voto su un emendamento all’articolo 6 del provvedimento su cui aveva espresso parere favorevole. L’emendamento conteneva un’osservazione tecnica della commissione Bilancio ma, come ha spiegato il capogruppo vicario del Pd, Ettore Rosato, la bocciatura è frutto di un “errore materiale” e non incide sul provvedimento.

“Non è nulla di drammatico rispetto all’effetto del voto: la votazione è avvenuta mentre stavamo ancora orientandoci sul voto e non si è dato tempo ai deputati di capire cosa stessero votando”, ha sottolineato Rosato. La battuta d’arresto dell’esecutivo incrina, ma non ferma, il percorso del disegno di legge, che procede spedito con la votazione dei singoli articoli. Ben più preoccupanti per il Governo e per la maggioranza sono le ‘forche caudine’ dei sindacati, che nel pomeriggio hanno dato vita a un’affollata assemblea pubblica a piazza del Pantheon. Insegnanti e operatori del mondo della scuola hanno protestato contro il provvedimento, puntando il dito contro le norme che prevedono più poteri al preside e un ruolo maggiore al privato. A supportare la protesta la minoranza del Pd: da Cuperlo a Fassina, passando per D’Attore, molti parlamentari ed esponenti Dem hanno scelto di scendere in piazza in dissenso con la linea del Governo e della maggioranza del partito.

“Tra insegnanti e tecnici in 618mila hanno scioperato contro il provvedimento: se chi lo deve applicare non è d’accordo, la norma non funzionerà”, ha detto Fassina. Critico anche Cuperlo: “E’ necessario che la sinistra di governo ascolti la piazza: martedì c’è stato lo sciopero con la più alta partecipazione da dieci anni e il problema non è la contrapposizione tra maggioranza e minoranza del Pd”. “Il mio problema – ha sottolineato Cuperlo – è se il mio partito si mette contro una parte importante del Paese”. “Fermiamoci o produciamo un danno: facciamo le assunzioni e solo dopo un vero confronto approviamo le altre norme anche prima dell’estate”, ha aggiunto. A piazza del Pantheon anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, Sel e Movimento 5 Stelle, ma a suscitare l’attenzione maggiore è stata la presenza di alcuni volti della ‘buona scuola’.

Un’apparizione poco fortunata, tuttavia, per le deputate Anna Ascani e Simona Malpezzi, che sono state contestate più volte. Dal palco i sindacati hanno ribadito la loro posizione, con il segretario della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, che ha affermato: “Se il Garante pensa di mettere in discussione il diritto allo sciopero sappia che la reazione sarà dura perchè noi vogliamo poter scioperare anche nel periodo degli scrutini, nel rispetto della scuola, degli studenti e delle famiglie”. Tra i tanti manifestanti anche lo storico leader dei Radicali, Marco Pannella: “Io non protesto ma propongo”, ha detto a chi gli chiedeva conto della sua presenza in piazza. E sul video diffuso dal premier Renzi, che lo ritrae davanti a una lavagna, Pannella ha detto: “Io sono vecchio. Chi è Renzi?”.

Le proteste non scalifscono le intenzioni del presidente del Consiglio che non ha dubbi sulla necessità di procedere in modo spedito sul via libera al ddl: “Siamo partiti a settembre con la discussione sulla scuola: vogliamo rimandare ancora? Continuare a sprecare il tempo? Per carità, il Parlamento è sovrano”, ha affermato. “Sono molto contento che ci sia una discussione sulla scuola: dopo anni di chiacchiere entriamo nel merito della principale sfida del Paese che è la scuola. Meno male che ne discutiamo, non se ne parla mai di scuola”, ha sottolineato il premier.

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