Scuola, un giorno in più alla Camera per trovare una quadra

Scuola, un giorno in più alla Camera per trovare una quadra

di Donatella Di Nitto

Roma, 13 mag. (LaPresse) – Un giorno in più per arrivare a una soluzione condivisa da governo, sindacati e associazioni in merito al ddl Scuola. La conferenza dei capigruppo della Camera ha infatti oggi fatto slittare il voto finale sul provvedimento ‘Buona scuola’ da martedì 19 a mercoledì 20 maggio, con la speranza che il confronto avuto in questi giorni tra l’esecutivo di Matteo Renzi e il mondo della scuola porti a un compromesso, che forse non accontenterà tutti, ma che almeno scongiuri lo scontro. Il dialogo e l’apertura a modifiche per raggiungere questo obiettivo è stato anche auspicato oggi dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, durante il colloquio avuto al Quirinale con il premier Renzi. Quindi si parte domani mattina con l’inizio della discussione generale sul disegno di legge, archiviata la questione delle pregiudiziali di incostituzionalità, respinte dall’assemblea di Montecitorio oggi in serata. Sempre domani sarà incardinato il provvedimento sull’anticorruzione, su cui invece non sono previste modifiche dopo l’accordo trovato nella maggioranza che prevede un aggiustamento dei tempi della prescrizione, pdl attualmente all’esame del Senato. Su questo argomento infatti domani alle 13,30 ci sarà una riunione tra le forze che sostengono il governo al ministero della Giustizia, dove dovrebbe chiudersi la partita.

Tornando alla riforma della scuola, dopo la tagliola emendativa imposta in commissione Cultura di Montecitorio, le opposizioni hanno annunciato che ripresenteranno in aula tutti e 2100 proposte di modifica. Un numero esagerato per il governo che ha fretta di chiudere, per non mettere a rischio le graduatorie degli insegnanti che devono essere compilate entro l’estate. L’ipotesi che anche su questo provvedimento si ponesse la questione di fiducia è stata però smentita, almeno in parte, oggi dalla stesso premier che in una intervista a Tg5 ha messo le voci a tacere “non credo ci sia la fiducia all’ordine del giorno. Sulla legge elettorale abbiamo detto prendere o lasciare, ma riguardava gli assetti politici e parlamentari. Qui – ha concluso – si ascolta tutti e ci si confronta”.

Insomma l’obiettivo è cercare di trovare la quadra senza forzare la mano. Per questo Renzi oggi è salito in cattedra e in perfetto stile ‘docente’ con gessetti colorati e tanto di lavagna ha cercato di inviare forte e chiaro il suo messaggio: “Si’ al dialogo, no ai boicottaggi che penalizzano solo i ragazzi”. Messaggio indirizzato non solo a chi è stato due giorni al di la’ del tavolo, ma anche a quella minoranza del Pd che già da oggi ha annunciato battaglia in Senato sul ddl con una pioggia di emendamenti.

© Riproduzione Riservata