di Fabio De Ponte

Roma, 12 mag. (LaPresse) – Muro contro muro. Non sono bastate tre ore di incontro a palazzo Chigi sulla riforma della scuola per trovare un punto di incontro tra Governo e sindacati. D’altra parte la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini è stata estremamente chiara: “Il Governo – ha detto – sui punti qualificanti è chiaro che non ha volontà di fare passi indietro”. L’oggetto di questi incontri, perciò per l’esecutivo, è individuare “soluzioni tecniche a problemi che possano essere adottate senza scardinare l’impianto della riforma”.

“Non abbiamo avuto nessuna risposta alle criticità che abbiamo esposto”, ha spiegato la segretaria Cgil Susanna Camusso. Perciò, ha annunciato, “il mondo della scuola continua a essere mobilitato e sono molte le iniziative in cantiere”. Il livello dello scontro continua a crescere. Dopo il boicottaggio dei test Invalsi, tra le ipotesi di lotta anche il blocco degli scrutini. Proprio sull’Invalsi la ministra ha avuto parole di fuoco: “Vorrei denunciare un fatto molto grave – ha detto – il sabotaggio del test Invalsi. Fortunatamente non è stato un calo così sensibile, siamo arrivati all’80% ma speculare su questo è inaccettabile”. “E’ da irresponsabili pensare che si cambia la scuola senza avere il confronto e la condivisione col mondo della scuola”, ha ribattuto Camusso.

“Alla fine – ha annunciato il segretario Uil Carmelo Barbagallo – abbiamo strappato l’ulteriore impegno di incontrare, come sindacati di categoria, il ministro con il suo staff”. Che questo nuovo incontro possa produrre modifiche sostanziali però a questo punto è eslcuso. E il Governo ha rimandato i sindacati all’audizione in Senato. Al momento “le modifiche che sono state introdotte in Parlamento non sono sufficienti perché non rimuovono i punti critici che noi non condividiamo”, ha spiega la segretaria Cisl Annamaria Furlan. “E’ come se avessimo ancora una pistola puntata alla tempia”, ha sintetizzato il leader Uil Carmelo Barbagallo.

Sul tavolo i nodi sono sempre gli stessi: “Il primo punto – ha ricodato Furlan – è la questione dei precari. Certo 100mila precari stabilizzati è una cosa importante ma ne restano fuori 80mila.

Chiediamo che anche loro abbiano risposte perciò proponiamo un piano triennale che assorba tutto il variegato mondo del precariato. La seconda questione è quella della collegialità. La figura del preside manager ha poco a che vedere con la collegialità”.

Sul piede di guerra i sindacati minori: “Andremo al blocco degli scrutini, questo è già deciso”, annuncia Marco Paolo Nigi, segretario dello Snals-Confsal. “La valutazione è assolutamente negativa perché non c’è alcuna intenzione di cambiare posizione”, dice Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, confermando di avere la stessa intenzione.

Mentre i suoi colleghi – oltre a Giannini, il titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio, la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi e quella della Pubblica amministrazione Marianna Madia – erano impegnati in questo incontro, il premier Matteo Renzi rispondeva agli utenti su Twitter. A uno che gli scriveva “merito ma anche riconoscimento servizio svolto a scuola”, rispondeva: “E’ un tema vero e delicato. Non a caso in delega #labuonascuola c’è proposta di modificare reclutamento”. A un altro che gli scriveva “lei non comprende nulla”, rispondeva: “Ho stima della funzione dei professori per pensare che possano insultare come fa lei. Dialogo con altri suoi colleghi”. Alla fine annunciava: “Il dialogo su #labuonascuola è utile”, perciò “nei prossimi giorni faremo su questo un #matteorisponde”.

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