di Donatella Di Nitto. Roma, 1 mag. (LaPresse) – Sergio Mattarella lancia l’allarme disoccupazione, all’indomani dei dati Istat che hanno gelato i timidi effetti avuti a inizio anno con l’avvio dei primi decreti attuativi del Jobs act. “Una ferita lacerante nel corpo sociale e nello stesso tessuto democratico del Paese”, tuona il capo dello Stato nel corso della celebrazione della Festa del Lavoro al Quirinale. “Sul lavoro si fonda la nostra Repubblica”, ricorda Mattarella, “è la nostra Costituzione a dirci che non dobbiamo mai rassegnarci alla negazione di un diritto costitutivo della cittadinanza”. Pertanto, avverte il capo dello Stato, “non faremmo onore al Primo maggio se non fossimo capaci di guardare con adeguata presa di coscienza e con solidarietà questa condizione inaccettabile, che deve continuamente spingere le istituzioni, le imprese, le forze sociali e sindacali a fare di più. A innovare, a investire, a progettare affinché il lavoro sia per tutti”. Il lavoro è quindi una priorità del Paese e per questo, esorta Mattarella, “non ci rassegniamo e non ci scoraggiamo”.
Una Festa del lavoro, quindi, segnata dagli oltre 3 milioni di disoccupati, numero aggravato dalla crisi economica, ma il messaggio del capo dello Stato è chiaro: “Nessun cittadino italiano deve sentirsi abbandonato. Nessuno deve gettare la spugna”. Per Mattarella è certo che “l’Italia ce la farà tenendo alti i valori sui quali si fonda la nostra democrazia. L’innovazione è la nostra sfida”. Una iniezione di fiducia dalla più alta carica dello Stato, che incita il Paese a lottare affinché in Italia si torni a pronunciare “piena occupazione, due parole che sembrano quasi archiviate”. Rivolgendosi alle istituzioni politiche e sindacali, Mattarella esorta: “Il lavoro è uno dei beni più preziosi di una comunità, su di esso bisogna anche saper indirizzare sforzi convergenti e trovare, nel dialogo, impegni comuni”. Mattarella però non dimentica che l’Italia da sola non può farcela senza avere alle spalle una Unione europea forte e decisa. “E’ chiaro a tutti che l’Europa deve correggere la rotta” per uscire dalla crisi, spiega il presidente della Repubblica, “e questo non mette in discussione il nostro europeismo”.
“Servono politiche che diminuiscano gli squilibri interni”, aggiunge il capo dello Stato, servono “investimenti”, gli stessi di cui vi è stata “la caduta drammatica”. Mattarella torna anche sulla nota dolente della penalizzazione dell’occupazione femminile nel nostro Paese, che considera una “condizione di arretratezza” perché “toglie risorse e qualità alle imprese. L’incremento del lavoro delle donne, peraltro, favorirebbe non solo la crescita del Pil, ma anche la riduzione della povertà, perché sarebbe un volano di molteplici attività nei servizi”. Questa mattina, prima della cerimonia, Mattarella ha deposto una corona di fiori al monumento dell’Inail che ricorda le vittime sui luoghi di lavoro. Anche su questo il presidente non è rimasto silente: “Le morti sul lavoro restano intollerabili” perché nel nostro Paese “gli incidenti sul lavoro sono troppi anche se, nel corso degli ultimi anni, se ne è registrata una leggera flessione”.
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