Roma, 6 apr. (LaPresse) – i tagli previsti dal Def per le città metropolitane “non sono sopportabili, soprattutto a Firenze, Napoli e Roma”. Il sindaco della Capitale, Ignazio Marino, in un’intervista a La Repubblica, lancia l’allarme e propone al governo “di concordare insieme strade alternative per effettuare i tagli alla spesa pubblica”. Secondo Marino, gli enti locali non possono tagliare le spese “perché in molti casi, come è accaduto a Roma, lo hanno già fatto. Da quando sono arrivato in Campidoglio, a metà 2013, abbiamo messo in cantiere tagli per circa un miliardo senza ridurre i servizi”.
“Abbiamo lavorato su tre direttrici – spiega ancora a Repubblica il sindaco di Roma – Abbiamo risparmiato 450 milioni introducendo il criterio dei fabbisogni standard: tutte le strutture che svolgono servizi simili hanno costi simili. Abbiamo risparmiato altri 150 milioni uscendo dalla proprietà di 27 partecipate: il Comune eroga servizi, non ha senso che faccia il macellaio, l’assicuratore, il fiorista. E contiamo di ricavare più di 300 milioni dalla vendita di immobili non strategici”.
“Non si tratta di protestare – sottolinea Marino – ma di segnalare al governo che i tagli di spesa messi a carico delle città metropolitane non sono sostenibili. Per la città metropolitana di Roma è prevista una riduzione di 87 milioni nel 2015 che salgono a 175 nel 2016 e 262 nel 2017. Finora siamo riusciti a risparmiare senza tagliare i servizi ma in queste condizioni non è più possibile farlo. E se tagliamo servizi o mettiamo nuove tasse, siamo poi noi sindaci che dobbiamo andare a metterci la faccia di fronte ai cittadini”.
Da Marino arriva la seguente proposta: “Invece di tassare i cittadini si potrebbe, ad esempio, introdurre una tassa di uno o 2 euro sui transiti aeroportuali. Una misura che non inciderebbe in modo significativo sul costo dei biglietti aerei ma consentirebbe alle città metropolitane, tutte con un significativo scalo nel loro territorio, di non tagliare alcune voci di spesa per i cittadini”. “Qui non si tratta di mettersi a fare il braccio di ferro. L’opera di risanamento dei conti di Roma è stata fatta d’intesa e con l’aiuto del governo. Capisco anche io che si tratta di tagliare i conti per evitare di alzare l’Iva nel 2016. Ma si può avviare un confronto tra enti locali e governo per trovare insieme le soluzioni. E magari per correggere qualche incongruenza. Mi si deve spiegare, ad esempio, perché la città metropolitana di Roma deve subire tagli 5 volte superiori a quelli imposti a Milano e 4 volte quelli imposti a Torino. Non voglio scatenare assurde guerre tra poveri, naturalmente. Mi limito a segnalare un paradosso”, conclude.

