Roma, 17 gen. (LaPresse) – “Un uomo che abbia un vastissimo consenso, una levatura personale e una pratica istituzionale tali da non farsi ingabbiare dalla struttura del Quirinale, e un’attitudine antica all’amore per la libertà. Quindi, non un ex comunista”. Questo il profilo del candidato al Colle secondo Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, in un’intervista al Corriere della Sera. “Scalfaro – ha aggiunto – rivelò la sua natura di magistrato bacchettone, per cui il peccato equivale al reato, e trasformò l’idiosincrasia verso lo stile di vita di Berlusconi in odio antropologico. Ciampi è stato alla fine un azionista nazionalista di sinistra. Napolitano, vecchio bolscevico, cui rendo onore per la coerenza, ha obbedito al fondamento ideologico appreso da Togliatti: l’abitudine a intendere la moralità in funzione del potere dei ‘suoi’”. “Abbiamo sbagliato” a rieleggere Napolitano, ha aggiunto Brunetta, “come sbagliò Berlusconi a dimettersi”. Il deputato azzurro esclude per il Colle i nomi di Bersani, Fassino, Veltroni, Prodi, Padoan, Finocchiaro, Pinotti, Severino, e anche quello di Mattarella. “Il presidente della Repubblica – ha spiegato – dev’essere una personalità di grande spessore, di alta esperienza internazionale, di provata capacità di governo. Oggettivamente, con tutto il rispetto che si merita, Mattarella non ha queste caratteristiche”. “Dico la mia personalissima opinione: Giuliano Amato è il più competente, il più esperto, il più conosciuto all’estero. Ed è di cultura liberal socialista”, ha proseguito Brunetta. “Io – ha continuato il deputato forzista – sto usando solo il 5% del mio potenziale combattivo, politico e intellettuale per oppormi a Renzi. Ma la mia pazienza non è infinita. Eviti forzature infantili”.
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