Bologna, 13 dic. (LaPresse) – “Un partito a sinistra del Pd si costituirà se Renzi continua così”. Lo ha detto Pippo Civati, della minoranza del Partito democratico, a Bologna per la presentazione del suo ‘patto repubblicano’, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se le sue siano prove di un nuovo partito. “Noi – prosegue – segnaliamo questioni fondamentali come una riforma della Costituzione fatta meglio, una legge elettorale in cui i cittadini scelgano gli eletti e non siano i politici a scegliersi tra di loro, una riforma del lavoro che non sia una cosa di destra come quella che abbiamo visto finora. Per me il percorso non finisce qui e non è necessario scindersi, se però non c’è la disponibilità da parte di Renzi a confrontarsi con questa parte di Paese ognuno ne trarrà le conseguenze”.

“Se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo alle prossime elezioni non saremo candidati con lui”, aggiunge, annunciando che “se la legislatura proseguirà noi abbiamo un programma e un progetto che si rivolge alle forze parlamentari senza guardare alla loro provenienza. Chi è d’accordo sottoscrive il patto e si vota di conseguenza in Parlamento. Quando si tratta di Costituzione non c’è la disciplina di partito, non c’è programma elettorale nè di governo perchè Renzi non ha mai scritto nulla. Quindi ci sentiamo responsabilmente liberi”.

Civati parla di “presa d’atto di una differenza” e rincara: “E’ scontato che sosteniamo Renzi? Direi il contrario. Se il programma elettorale lo scriviamo e non sono considerate le nostre ragioni è più serio dire andate avanti voi da un’altra parte, noi faremo qualcosa di grosso”.

Per il Quirinale “ce n’è uno di Bologna che va sempre bene”, dice riferendosi a Romano Prodi. E d’altronde “qui c’è un’invasione di prodiani”, dice alludendo alla presenza nel locale in cui ha radunato i suoi sostenitori di Vittorio e Silvia Prodi, fratello e nipote dell’ex leader dell’Ulivo. “Io dico sempre – aggiunge – o Prodi o un Prodi-equivalente, una figura che a livello internazionale possiamo spendere e che abbia anche un rapporto con la politica. Non abbiamo bisogno di figure che non c’entrano nulla con la politica”.

“L’assemblea di domani è un thriller”, continua. “Renzi – ha aggiunto – decide di notte, io sto sereno come consiglia di fare lui da tempo, non ho niente da perdere, qualcun altro (alludendo a Letta, ndr) ci perse Palazzo Chigi”.

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