Dalla nostra inviata Nadia Pietrafitta
Ankara (Istanbul), 11 dic. (LaPresse) – L’Italia “è impegnata in un cammino di riforme molto importante”, che va da quella del sistema elettorale a quella Costituzionale, dal Jobs act (non solo “un insieme di regole” ma “l’occasione” per tornare a crescere e creare posti di lavoro) alla revisione del fisco e della P.a.
Matteo Renzi è ad Ankara e, come fatto spesso in passato con altri importanti interlocutori internazionali, racconta al Primo ministro di Turchia Ahmet Davutoglu la sua Italia “che cambia”. “Queste riforme – spiega all’omologo turco sperando che il messaggio arrivi a Roma, e in particolare alla minoranza interna al Pd, così come a quella che sta crescendo dentro Forza Italia – stanno marciando”. Ecco perché, sottolinea, “per quel che mi riguarda la legislatura finisce nel febbraio del 2018”. Certo, il premier non nasconde il verificarsi di alcuni “incidenti di percorso”, come quello andato in scena ieri alla Camera con il Governo battuto in commissione Affari costituzionali su un emendamento alla Riforma costituzionale. “Recupereremo in aula perché non è possibile arrivare a soluzioni pasticciate” replica, sottolineando come il testo di riforma del Senato “andrà in Aula a gennaio e rispetterà i termini previsti”. La minoranza del Pd, insomma, è avvisata. E, se il fuoco amico che ieri in commissione ha mandato sotto il Governo, voleva essere “un segnale politico”, beh di segnali politici “il Pd parlerà in modo chiaro domenica in assemblea”, avverte Renzi. Non ci sono solo gli ostacoli create nelle commissioni parlamentari, però, a impensierire il ‘cammino marciante’ dell’esecutivo. Domani Cgil e Uil saranno in piazza per lo sciopero generale. Da Renzi arriva intanto una rassicurazione per quel che riguarda la manifestazione in sé: “sono sicuro che tutto domani filerà liscio. Il fatto che io non sia d’accordo” con lo sciopero e “che sarà contro il Governo – sottolinea – non vuol dire che il Governo non farà di tutto” perché quella di domani “sia una grande manifestazione ben organizzata e ben gestita”. Nel merito, poi, il premier preferisce non forzare la mano: “Rispetto i sindacati anche se non condivido lo sciopero. Cambieremo il Paese anche per loro”, scandisce. “Noi lavoriamo, in bocca al lupo a chi fa sciopero, e lo dico con rispetto e senza polemiche”, è la sottolineatura. Il premier, dopo aver incontrato in serata nel faraonico palazzo presidenziale di Ankara, il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, vola ad Istanbul, per partecipare domani al Business Forum. “Incontreremo tante imprese, daremo un segnale di forte stimolo agli investitori sia qui in Turchia ma non solo”, ribadisce. Perché per tornare a crescere, “ad avere il segno +” serve “il contributo di tutti”.
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