Roma, 1 dic. (LaPresse) – “Nel week end appena trascorso, la mobilitazione di tutta Forza Italia contro la tassa sulla casa è stata un ottimo segnale. Qua e là c’è stato il rischio di scivolare in polemiche interne, ma abbiamo evitato di cadere in questo errore.

Ora occorre uno sguardo lungo. Tutte le analisi parlano chiaro. I 9 milioni di voti persi per strada da Forza Italia dal 2008 a oggi (per ora rifugiatisi nell’astensione) appartengono in larga misura al blocco sociale più dinamico del Paese: artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, partite Iva, lavoratori autonomi, professionisti”. Così Raffaele Fitto, europarlamentare di Forza Italia, sul suo blog raffaelefitto.it. “Questi cittadini – aggiunge -, pur senza votarlo, avevano comunque sperato in Renzi, ma oggi possono constatare il crescente ‘spread’ tra le cose ambiziose che il premier dice e quelle molto più modeste che il governo ha realizzato. Di qui, la giusta delusione e la sensazione di essere dinanzi al solito fiume di parole senza seguito. Attenzione, però. Se quel blocco sociale, per ora elettoralmente in freezer, non si scongela verso Renzi, può scongelarsi in altre direzioni. E allora ecco perchè Forza Italia deve ritrovare un suo protagonismo. Per questo, la mobilitazione contro la tassa sulla casa è stata utile. Adesso, a maggior ragione, ci serve una visione organica e strategica sui contenuti, piuttosto che una estemporanea ‘pesca delle occasioni'”.

“Per questo – continua Fitto -, con tanti parlamentari, abbiamo offerto al nostro partito e al centrodestra un cammino credibile sui temi, molto ambizioso ma sempre praticabile, senza fughe in avanti: abbiamo proposto emendamenti ‘meno spesa/meno tasse’ alla legge di stabilità, e ovviamente li riproporremo al Senato. Essendo credibili e coperti, tutti i nostri emendamenti sono stati dichiarati ammissibili, ma il governo si è assunto la responsabilità di respingerli, dicendo no a chiare e praticabili richieste riformatrici. E’ su questo terreno che dobbiamo incalzare il governo e mostrarne le contraddizioni”.

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