Roma, 27 nov. (LaPresse) – “Stiamo dando i numeri del lotto. Dobbiamo contare i precari che sono andati a sostituire posti vacanti e disponibili, solo quelli. Sono 18mila, quest’anno, e sono stati anche inferiori negli anni precedenti”. Lo ha detto in un’intervista a Repubblica la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, commentando la richiesta della Corte di giustizia europea di assumere e risarcire i precari della scuola che hanno superato i 36 mesi di lavoro con contratti a tempo determinato e che, secondo i calcoli dell’Anief, Associazione sindacale professionale, arriverebbero a 250-270mila unità. “Gli aventi diritto alla cattedra per decisione della Corte del Lussemburgo – assicura la ministra – saranno ampiamente riassorbiti dal decreto della Buona scuola. Risolviamo il problema alla radice”. E aggiunge che il nuovo concorso partirà “subito, 2015. E nel 2016 avremo altri quarantamila in cattedra. Se ci fossero stati bandi con cadenza biennale oggi le graduatorie dei precari sarebbero state esaurite”.

Sulla possibilità che questa sentenza moltiplichi il numero di ricorsi, Giannini commenta: “La ‘ricorsite’ è un’altra patologia italiana. Non c’è una sola procedura della nostra scuola che non abbia subito valanghe di ricorsi”. La ministra è convinta che la sentenza della Corte di giustizia stia a significare che, secondo l’Europa, “questo governo è il primo che dopo vent’anni affronta una patologia tutta italiana: il precariato”, dice che “il procedimento di reclutamento italiano nel mondo della scuola aveva modalità inaccettabili: concorsi con tempi incerti, vuoti dei bandi lunghi tredici anni, un precariato storico che è cosa difficile anche solo da spiegare, intraducibili graduatorie”

“Il concetto è implicito – chiarisce Giannini -, la sentenza è di una chiarezza inoppugnabile. Nella nostra proposta di riforma, ‘La buona scuola’, c’è una visione organica che anticipa i temi ora posti dalla Corte”. “La Buona scuola – continua – non solo prevede l’assunzione di 148mila precari, ma a pagina 34 e 35 dice che fino ad oggi le assunzioni negli istituti statali italiani sono andati contro la normativa europea. Più di così. Nella legge di stabilità abbiamo messo un miliardo, tre miliardi a regime, ai primi di gennaio firmiamo il decreto, a settembre i precari saliranno in cattedra. Le supplenze, e non solo quelle per posti vacanti e disponibili, spariranno dalle nostre scuole”. “Abbiamo anticipato di gran lunga metodo e merito della Corte europea – conclude Giannini -, politicamente il nostro risultato è molto positivo”.

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