Roma, 27 nov. (LaPresse) – “Voglio credere che quelle proteste, per quanto violente ed esibite – che non possiamo liquidare solo come razzismo, sarebbe un grave errore di valutazione – quelle proteste siano una richiesta di aiuto e d’attenzione. Il grido di chi si sente frustrato perché non vede prospettive davanti a se e si sente abbandonato dalle istituzioni”. Così, riferendosi ai disordini nel quartiere romano di Tor Sapienza, il presidente del Senato Pietro Grasso nel corso dell’incontro in Sala Zuccari ‘Periferie. Presentazione del primo rapporto annuale del Gruppo di lavoro G124 del senatore Renzo Piano’. “Realtà come Tor Sapienza – ha aggiunto – sono state vissute per troppo tempo come marginali, luoghi nei quali l’attenzione pubblica appare con grande enfasi e scompare con altrettanta rapidità. I problemi di quei quartieri però sono gli stessi problemi del Paese, solo elevati all’ennesima potenza: disoccupazione, precarietà, dispersione scolastica, assenza di servizi. Sono quartieri abitati da persone che hanno conosciuto il benessere negli anni passati, lo hanno sfiorato, ma lo hanno perso nelle pieghe di questa crisi che da economica sta diventando sociale, esistenziale ed etica”. “Lo Stato – ha continuato Grasso -, oltre a rivedere le politiche dell’accoglienza per fare in modo che l’integrazione sia davvero possibile, e non un semplice incastro di ghetti dentro altri ghetti, deve tornare in questi territori, perché è qui che vive la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, deve essere presente con i suoi servizi, con i trasporti, con le forze dell’ordine, ma soprattutto con scuole, centri giovanili, sportivi, centri per l’impiego, luoghi di cultura, spazi per far nascere associazioni, parchi pubblici ben curati. Perché la mia sensazione è che il disagio della periferia si stia estendendo e stia inglobando tutto, trasformando le nostre città in una unica ‘periferia esistenziale’, per usare le parole di Papa Francesco”.
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