Roma, 25 nov. (LaPresse) – “Con Salvini nessuna coalizione vincerà mai”. Così Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, ribadisce l’indisponibilità a un’alleanza con la Lega, in un’intervista pubblicata oggi sul Secolo XIX all’indomani delle elezioni regionali, che hanno evidenziato la sconfitta del campo di centrodestra. I risultati delle regionali hanno “reso evidente la disgregazione del vecchio centrodestra”, che Sacconi paragona a una “diaspora, consumata non soltanto nei partiti, ma anche e soprattutto nell’ambito delle idee, ora spesso contrapposte”. Tra la Lega di Salvini e Ncd, per il parlamentare, c’è “incompatibilità”: “Siamo reciprocamente lontani gli uni dagli altri. E’ vero, il Carroccio ha preso qualche voto in più rispetto al passato, ha recuperato terreno nell’area del disagio e della contestazione, ma è inagibile per la creazione di una coalizione a vocazione maggioritaria. Non ha neanche il ‘merito’ della Le Pen che, almeno, esalta l’identità nazionale, cosa che può entro certi limiti risultare utile. Salvini è soltanto un estremista, scettico non solamente verso l’Europa ma anche verso la nazione. Per lui l’Italia, nella migliore delle ipotesi, è una somma di luoghi e di popoli, senza alcuna base identitaria comune. L’Italia, per Salvini, praticamente non esiste. Così, sta disperdendo il valore originario della Lega di avere rappresentato le istanze liberali della locomotiva del paese, il Nord, senza peraltro diventare movimento per la nazione”.
L’alleanza con Salvini è impossibile anche perché il segretario del Carroccio “non perde occasione di attaccare Angelino Alfano, provando a insinuare una distinzione tra il leader e i nostri quadri territoriali. Ma figuriamoci. Noi siamo tutti Alfano. E saremo comunque presenti con il nostro simbolo alle prossime regionali. Se necessario, andremo da soli, così come abbiamo fatto in Calabria”. Su Forza Italia Sacconi spiega che il partito di Berlusconi “dovrà scegliere se allearsi con noi, che come loro aderiamo al Ppe, o se preferire la compagnia dell’euroscetticismo che i popolari europei considerano come il peggior avversario”.
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