Di Nadia Pietrafitta
Roma, 14 nov. (LaPresse) – I leader dei Paesi che rappresentano il 90% del Pil, l’80% del commercio e i 2/3 della popolazione mondiali seduti attorno a un tavolo. Questi i numeri del G20 di Brisbane, che avrà inizio domani. Crescita, occupazione e investimenti i temi scelti dalla presidenza australiana. Occasione ghiotta per Matteo Renzi che non mancherà di far notare ai presenti come l’agenda di Brisbane sia quella dell’Italia e dovrebbe essere quella dell’Europa. Ad ascoltarlo (al presidente del Consiglio italiano è stato chiesto, tra gli altri, un intervento proprio sui temi dell’occupazione nell’ambito del summit ‘Economia globale: rafforzare la crescita e la creazione di posti di lavoro’) ci sarà anche Jean-Claude Juncker.
Renzi e il presidente della Commissione europea, entrambi all’esordio tra i grandi del G20, si incontreranno per la prima volta dopo lo scambio di vedute sull’Europa “dei burocrati”. L’ex premier lussemburghese potrebbe scegliere il prestigioso scenario internazionale australiano per svelare i primi dettagli di quel piano da 300 miliardi che la sua squadra ha in programma e che i Paesi dell’Unione europea, Italia in testa, attendono con ansia.
A Brisbane, però, non sarà solo Roma a premere sul pedale della crescita. La presenza intorno al tavolo di nazioni con tassi di produttività e potenza industriale ben più importanti di quelli tedeschi, potrebbero costringere anche la Germania di Angela Merkel ad accettare una politica economica improntata allo sviluppo.
Proprio a dirigere il dossier investimenti, inoltre, dal G20 dovrebbe arrivare una nuova cabina di regia. Non un nuovo organismo internazionale, ma un hub dotato una struttura agile e leggera che riunisca tutti i Paesi. Nell’agenda dei grandi anche la collaborazione in materia fiscale, la lotta alla corruzione, gli scambi commerciali (la curiosità su questo fronte è per le politiche di cui si farà portatore Barack Obama, con la possibilità che dopo la batosta subita alle elezioni di midterm conceda nuovo slancio ai negoziati), le energie alternative e la sicurezza energetica.
Pur non all’ordine del giorno la politica internazionale sarà comunque intorno al tavolo, anche a causa della rumorosa presenza di Vladimir Putin (dopo l’esclusione della Russia dall’ultimo G8 per le vicende legate alla vicenda Ucraina) e all’attenzione dedicata dai leader, e soprattutto da Barack Obama, all’emergenza Ebola.
Brisbane sarà per Matteo Renzi l’occasione di incontrare, in una serie di bilaterali, diversi capi di Stato e di Governo. Ad accogliere il premier italiano – nella prima mattinata di sabato, ora locale – sarà il padrone di casa Tony Abbott, primo ministro del Commonwealth dell’Australia, ma nella due giorni Renzi avrà anche la possibilità di incontrare il primo ministro indiano Nerendra Modi e di aprire con lui il delicato dossier che riguarda la situazione dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Al termine del vertice il premier, nella serata di domenica, si trasferirà a Sidney, dove incontrerà a cena la comunità italo-australiana operante nei settori politico, culturale e scientifico. Lunedì sono invece in agenda un breakfast di lavoro con la Business Community australiana, la visita alla Scuola bilingue italiana e a diversi stabilimenti industriali Made in Italy e una nuovo bilaterale – questa volta istituzionale, si tratta della prima visita ufficiale di un premier italiano in Australia – con Abbott.
Prima di tornare in Italia Renzi farà poi tappa in Turkmenistan, nell’ottica di una strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e di una maggiore sicurezza energetica, funzionale anche al rafforzamento di quei rapporti avviati dal residente del Consiglio con l’Azerbaigian, nella sua visita di alcuni mesi fa. Martedì Renzi farà ritorno in Italia. Ad attenderlo, sulla scrivania, i fascicoli relativi alle riforme attualmente all’esame del Parlamento.
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