Roma, 22 ago. (LaPresse) – “E’ da apprezzare il presidente Casini quando riconosce che aveva visto lungo il presidente Berlusconi quando ammoniva sui rischi che si correvano con la caduta di Gheddafi”. Lo scrive su Facebook Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera. “Oggi stiamo pagando – aggiunge -, e l’Italia più di tutti, la miopia di chi avrebbe dovuto considerare con più attenzione quella vicenda. Se l’Egitto non è esploso lo si deve alla fedeltà tradizionale del suo esercito e del gen. al-Sisi”.
“Un’Europa secolarizzata e scristianizzata – spiega Gelmini – è il terreno di coltura ideale per il proselitismo jihadista. Il terrorismo jihadista si mimetizza abilmente in una dimensione religiosa e raccoglie centinaia, forse migliaia di proseliti nel cuore di un continente un tempo cristiano o protestante. Sono europei convertiti o immigrati arabi mai integrati. Se tanto odio contro l’Occidente è potuto esplodere, incontrollato, è anche a causa del vuoto di potere, un vero e proprio buco nero, che si è aperto nel Maghreb con la fine dei vecchi regimi”.
“Le ‘primavere arabe’ – prosegue ancora – salutate con un entusiasmo ingenuo e quindi ancora più colpevole lasciano sulla sabbia del deserto migliaia di morti. La pulizia etno-religiosa contro i cristiani ha trovato finora una reazione tiepida da parte dell’Europa che si è mossa ancora una volta tardi, in ordine sparso e in piena confusione strategica. La voce del mondo libero e democratico si leva troppo flebile per essere credibile e ascoltata”.
“Il semestre italiano di presidenza dell’Unione – conclude Gelmini – deve imprimere una svolta e far sentire chiara e distinta la voce dell’Europa, in Iraq come in Siria. Renzi deve anche impegnarsi per superare il cerchiobottismo sulla tragedia di Gaza: Israele non può essere messo sullo stesso piano di un’organizzazione terroristica come Hamas”.
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