Roma, 20 ago. (LaPresse) – “Da ottobre, quando passeremo alla nuo­va Commissione, il quadro cambierà. La vera novità è che le condizioni non positive dell’economia eu­ropea creano condizioni meno stringenti per dibatte­re un aggiornamento delle regole che guardi a un pro­filo più espansivo delle politiche economiche”. Così Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Tesoro, in un’intervista ad ‘Avvenire’. “Il pro­blema – aggiunge – non è più solo l’Italia. La Francia è già uscita allo scoperto, ma potrebbe aprirsi una discussione anche nella stessa Germania. E poi c’è la deflazione a pesare”.

Quanto alla possibilità che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan presenti una proposta della presidenza italiana all’Ecofin di settembre, “penso di sì – risponde – I contenuti? Io sono un sostenitore della linea della triennalità. Non ha più senso guardare al singolo dato contabile, slegato dal contesto. Serve un quadro pluriennale, basato sullo scambio tra impegni su riforme e margini di flessibilità, che pos­sa assicurare quella stabilità che viene chiesta dai mercati”. “Il quadro internazionale – aggiunge Baretta – è solo uno dei due corni del pro­blema. Poi dobbiamo guardare in casa nostra.

E qui dico che il governo può fare e farà la sua parte, ma c’è una esasperazione dell’attesa per quanto l’ese­cutivo può fare. È come se in campo ci fosse un solo giocatore. Serve invece un ricoinvolgimento collettivo, c’è bisogno di più fiducia. Dove sono gli investimenti privati? Languono, e gli ulti­mi dati della Guardia di Fi­nanza ci segnalano anzi un incremento della fuga di capitali”.

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