Di Nadia Pietrafitta
Roma, 1 lug. (LaPresse) – Il cantiere delle riforme è aperto. Se il M5S, “che sulla legge elettorale – è la sottolineatura – nei mesi ha avuto posizioni molto diverse”, è pronto adesso a sedere al tavolo, il Pd c’è. È questa la posizione espressa da Matteo Renzi, Alessandra Moretti, Debora Serracchiani e Roberto Speranza nella lettera inviata “agli onorevoli” Di Maio, Toninelli, Brescia e Buccarella in risposta alla richiesta di incontro sulla legge elettorale. I rappresentanti Dem pongono però dieci “elementi di riflessione” ai colleghi.
IL BALLOTTAGGIO. Innanzitutto il ballottaggio: “Per noi – scrivono – un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì”.
LA GOVERNABILITA’. Altro tema caro quello della governabilità. “Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15%, per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? – è la domanda – Noi sì”. “Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì”. E ancora: “Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte Costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì”.
LE RIFORME. I Dem coinvolgono poi i colleghi M5S anche sul terreno delle riforme: “Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì”; “Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo ed eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì”; “Siete disponibili ad abolire il Cnel? Noi sì”; “Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì”; “Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì”.
IMMUNITA’ PARLAMENTARE. La decima e ultima domanda riguarda poi l’ultima polemica scoppiata nei giorni scorsi, l’immunità parlamentare: “Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una risposta al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì”.
“AVANTI SENZA ALIBI”. “Su questi temi – concludono – se volete, noi ci siamo. Anche su altri temi, se vi va. Avete molti parlamentari europei, ad esempio: sarebbe bello riuscire a dimostrare all’Europa che tragiche vicende come quelle che si verificano nel Mediterraneo debbono essere affrontate tutti insieme. Si possono voltare le spalle all’Inno, non si possono voltare le spalle ai problemi. Ma non vogliamo mettere troppa carne al fuoco. Noi su legge elettorale e riforme costituzionali siamo pronti a vederci. Se prima ci rispondete, il dialogo sarà ancora più utile. Noi ci siamo. Senza la pretesa di aver ragione. Senza l’arroganza di fare da soli. Ma anche senza alibi e senza paura. Un mese fa, oltre il quaranta per cento degli italiani ci ha chiesto di cambiare l’Italia per cambiare l’Europa. Non possiamo tradire quella speranza. Ci piacerebbe che potessimo farlo anche assieme a voi perché pensiamo che i nostri connazionali che hanno votato per il Movimento Cinque Stelle chiedano, come tutti, un Paese più semplice ed efficace”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata