Torino, 27 giu. (LaPresse) – “Dalle nostre domande rivolte al Comitato di sicurezza e alla magistratura abbiamo avuto come risposta che nulla è sottovalutato e che anche questo settore è sotto osservazione. E questo vuol dire che c’è stato un atteggiamento preventivo che sicuramente ha prodotto i suoi effetti ma può non escludere che siamo in grado di affermare un’eventuale presenza. Le indagini sono in corso”. Così a Torino, la presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, rispondendo a chi le chiede della possibile presenza di infiltrazioni mafiose nella Tav e nelle grandi opere piemontesi, a margine della conferenza stampa conclusiva della due giorni di missione.
“ISTITUZIONI VIGILANO”. “Non c’è disattenzione” sulle grandi opere piemontesi, ha spiegato e ha aggiunto: “C’è un’osservazione attenta. A un certo punto si potrà acclarare che non c’è nulla o che c’è qualcosa. Stanno guardando, non sfugge nulla”. Le istituzioni locali, ha precisato Bindi, sono “molto consapevoli el rischio o meglio della presenza della mafia, in particolare della ‘ndrangheta e di alcune mafie straniere. Abbiamo avuto conferma della vigilanza delle istituzioni”. “Serve però – ha aggiunto – che anche i cittadini richiedano ai politici di non fare commistioni con la mafia”.
“LA POLITICA DEVE SCOMUNICARE LA MAFIA”. Per Rosy Bondi la politica deve affermare “la nettà inconciliabilità tra la politica e i poteri mafiosi. Un po’ come ha fatto papa Francesco con il Vangelo e con la fede”. “La politica – ha aggiunto – deve scomunicare la mafia con i suoi atteggiamenti, i suoi comportamenti e con le scelte delle persone e con gli atti che compie”. E rincara: “Dove c’è anche solo l’ombra del sospetto sul tema mafia il termine pacificazione non è utilizzabile per la politica”. “Se la politica è occuparsi del bene pubblico, non è politica quella che scende a patti con la mafia”, conclude.
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