Roma, 17 giu. (LaPresse) – Far emergere “dalla polvere” degli archivi lo ‘Statuto dei lavoratori’ e riportare all’attenzione di tutti, grazie alle nuove tecnologie, “quel patrimonio incommensurabile di idee e valori” che rappresenta. Questo il “cuore” dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin, in collaborazione con l’Archivio di Stato, ‘Statuto dei lavoratori: dagli archivi alla rete’, presentata oggi a Roma. Obiettivo della fondazione è realizzare un data base e un portale tematico che diventino strumento di rapida ed efficace consultazione della documentazione e delle testimonianze relative allo ‘Statuto dei lavoratori’, grazie soprattutto all’archivio di Carlo Donat-Cattin, che dal 1945 al 1990 si è occupato delle politiche del lavoro. Partire dalla storia, dal passato, per affrontare il futuro. “Donat-Cattin – ha spiegato l’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi – aveva capito che la vera protezione del lavoratore consiste nell’avere accesso alle competenze che lo fanno occupabile. Adesso l’ambizione della delega” sul lavoro promosso dal Governo “è quella di realizzare la coniugazione flessibilità e sicurezza proteggendo il lavoratore grazie alla sua occupabilità”.
E’ intervenuto sui temi legati all’attualità politica anche Franco Marini: “Credo che noi dobbiamo appoggiare questo sforzo per le riforme” del marcato del lavoro promosso dal Governo, “riforme che sono assolutamente necessarie. Credo che in questo senso – ha aggiunto – un rapporto non di cedimento a priori ma di coinvolgimento più largo possa essere la via che aiuta ad accelerare i tempi”. Pronta la replica di Raffaele Bonanni: “Il dibattito” sul mercato del lavoro “è un po’ avvelenato, un po’ equivoco e un po’ vigliacco. Sicuramente le parti sociali devono essere più impegnate a trovare soluzioni, più lucide e meno perditempo, ma c’è un problema della politica che va risolto e chiarito – ha insistito il leader Cisl – Vuole spianare la strada all’equità sociale o stanare ogni livello di garanzie e creare una vera palude nel mondo del lavoro? È questo il punto”. Ottimista il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, convinto serva un “nuovo sentimento nazionale di speranza e concretezza per modificare il corso delle cose e le norme mercato di lavoro”.
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