Roma, 26 apr. (LaPresse) – Il 14 novembre del 2002 Papa Giovanni Paolo II entra a Montecitorio, accogliendo l’invito contenuto nelle lettere inviate dal presidente della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, e dal Presidente del Senato, Marcello Pera. In quella occasione, per la prima volta nella storia della Repubblica, il Pontefice ha preso la parola davanti a senatori e deputati alla presenza dell’allora capo di Stato Carlo Azeglio Ciampi. A raccontare quello che fu un evento storico è proprio Pier Ferdinando Casini: “Il 14 novembre del 2002, come Presidente della Camera, ebbi l’onore di ricevere Giovanni Paolo II in un’Aula consapevole di vivere un momento di portata storica straordinaria. Durante quella visita, il Santo Padre invitò tutti noi a ritrovare il significato profondo dell’impegno politico al servizio dei cittadini e ci illuminò col suo messaggio universale di giustizia e speranza, ricordando, a credenti e non, i doveri che incombono nei confronti degli ultimi, a cominciare dai carcerati verso i quali, proprio in quell’occasione, invitò a mostrare un ‘segno di clemenza’”.

L’allora presidente della Camera, oggi senatore e presidente della commissione Affari Esteri di Palazzo Madama, sottolinea come nell’intervento di Papa Wojtyla “emerse con chiarezza il suo straordinario amore verso l’Italia, perché volgesse lo sguardo con fiducia verso il futuro, costituendo ‘una grande ricchezza per le altre nazioni d’Europa e del mondo’. Ancora una volta l’identità cristiana dell’Europa diventava denominatore comune dei popoli europei, elemento unificante della nostra storia e della nostra comune identità”. “Nell’imminenza della sua santificazione – conclude Casini – ripercorrere il cammino di Papa Wojtyla ci stimola a rinnovare una riflessione profonda sul patrimonio etico e spirituale che ci ha lasciato: Giovanni Paolo II rappresenta ancora oggi un riferimento solido e attuale nella difficile ricerca della via al bene comune”.

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