di Donatella Di Nitto

Roma, 19 apr. (LaPresse) – Nel primo anno del nuovo settennato – il cui anniversario cade domani, 20 aprile – il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non si è esentato dall’intervenire sui principali temi di attualità politica e sociale.

LE CARCERI. L’8 ottobre del 2013 il messaggio del capo dello Stato sul sovraffollamento negli istituti penitenziari, anticipato durante la sua recente visita a Poggioreale, arriva nelle mani dei presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. “Se mi sono risolto a ricorrere a un messaggio alle Camere – scrive Napolitano – è per porre a voi con la massima determinazione e concretezza una questione scottante, da affrontare in tempi stretti nei suoi termini specifici e nella sua più complessiva valenza”. Le recenti sentenze della Corte europea sulla situazione carceraria, spiega il capo dello Stato, rappresentano “una mortificante conferma della perdurante incapacità del nostro Stato a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pena e nello stesso tempo una sollecitazione pressante da parte della Corte a imboccare una strada efficace per il superamento di tale ingiustificabile stato di cose”.

Per rispettare quindi i termini indicati dalla Corte europea (cioè il 28 maggio 2014), per Napolitano sono necessari “rimedi straordinari” e “la prima misura su cui intendo richiamare l’attenzione del Parlamento è l’indulto”, che dovrebbe essere accompagnato da “idonee misure, soprattutto amministrative, finalizzate all’effettivo reinserimento delle persone scarcerate, che dovrebbero essere concretamente accompagnate nel percorso di risocializzazione”. Per evitare, conclude Napolitano “il pericolo di una rilevante percentuale di ricaduta nel delitto da parte di condannati scarcerati”.

LE DONNE. L’8 marzo scorso il presidente della Repubblica nel suo intervento durante la cerimonia al Quirinale sottolinea che la donna “è crescita e civiltà”. E il “più tragico degli aspetti della condizione femminile” riguarda “le violenze perpetrate dagli uomini sulle donne, che possono arrivare fino alla eliminazione fisica”. In Italia questo fenomeno “purtroppo non declina”, osserva Napolitano, che ha ribadito come le uccisioni delle donne debbano essere considerate “un lutto collettivo, una tragedia che colpisce i sentimenti dell’intera nazione”. Poi lancia l’allarme: “Contro la violenza all’interno di legami pseudo-sentimentali non siamo riusciti a fare ancora abbastanza”. E per contrastare questo fenomeno, ribadisce il presidente “serve un formidabile impegno educativo fin dai primi anni di istruzione. Servono leggi e serve un’azione capillare”.

LA CRISI ECONOMICA. Il 14 novembre 2013, giorno della visita di Papa Francesco al Quirinale, Napolitano invia a Confindustria un messaggio per sottolineare come sia “essenziale, in questo momento di crisi della nostra economia, restituire fiducia alle nuove generazioni e valorizzare percorsi di crescita professionale coerenti con i programmi di sviluppo delineati dall’Unione Europea”. Il capo dello Stato torna sul tema anche durante l’incontro con Bergoglio, chiedendo alla politica di liberarsi “dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi” e poi descrive un’Italia stretta da “una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante”.

Napolitano avverte che la politica, “esposta com’è non solo a fondate critiche ma ad attacchi distruttivi” conserva “la drammatica necessità, lo vediamo bene in Italia, di recuparare partecipazione, consenso e rispetto,liberandosi della piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi”. “Siamo lontani – aggiunge rivolto a Papa Bergoglio – nel nostro Paese dalla cultura dell’incontro che ella ama evocare, dalla sua invocazione ‘dialogo, dialogo, dialogo’. Per noi, come per tutte le espressioni della classe dirigente italiana e’ tempo di levare piu’ in alto lo sguardo, di riguadagnare lungimiranza e di portarci al livello di sfide decisive che dall’oggi già si proiettano sul domani”.

BERLUSCONI. Il dualismo tra il capo dello Stato e il leader di Forza Italia raggiunge l’apice poco dopo la sentenza della Corte di Cassazione che il primo agosto del 2013 conferma la condanna a Berlusconi per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset. Più volte viene invocato un intervento del presidente della Repubblica soprattutto da ambienti azzurri e questo non tarda a venire. Il 13 agosto Napolitano invia un comunicato dove per prima cosa ribadisce che “di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto. Ciò vale dunque nel caso oggi al centro dell’attenzione pubblica come in ogni altro”. “In quanto ad attese alimentate nei miei confronti – aggiunge poi – va chiarito che nessuna domanda” di grazia per Berlusconi “mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta”.

L’EUROPA. Il 23 marzo scorso a margine della commemorazione dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine il presidente della Repubblica ribadisce la necessità “di ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato, è una conquista e, per quello che riguarda il nostro e gli altri paesi europei, è una conquista dovuta precisamente a quella unità europea, a quel progetto europeo che oggi troppo superficialmente, da varie parti, si cerca di screditare e di attaccare”. Una giornata importante, perché viene immediatamente dopo le elezioni amministrative in Francia che sanciscono la vittoria dell’estrema destra: “Bisogna sempre ricordare a tutti – dice Napolitano – quello che si è vissuto in Italia e in Europa e non si può giocare con posizioni che tendono a screditare il nostro patrimonio di lotte per la libertà”.

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