Dalla nostra inviata Nadia Pietrafitta
Londra (Regno Unito), 1 apr. (LaPresse) – Dopo quello di Francois Hollande e Angela Merkel, le riforme targate Matteo Renzi incassano anche il sì di David Cameron. Quando il presidente del Consiglio, in mattinata, arriva nella sede dell’ambasciata italiana a Londra i dati sulla disoccupazione che le agenzie battono da Roma non sono affatto incoraggianti. Il premier definisce “sconvolgente” il +13% fatto registrare a febbraio. “Perdiamo 365mila posti di lavoro l’anno, sono 1.000 al giorno – aggiunge – è evidente che questo è il problema”. Di lavoro Renzi parla anche con il primo ministro britannico, nel corso dell’incontro bilaterale a Downing street. “Le statistiche dicono che la disoccupazione è cresciuta nonostante le regole avrebbero dovuto garantire i lavoratori. Questo significa che la ricetta del passato è sbagliata: le regole non hanno funzionato, hanno prodotto tanta burocrazia e non lavoro. Bisogna cambiare le regole”, spiega lapidario. Di più. Noi, sottolinea, “vogliamo tornare sotto il 10%. E’ un obiettivo che possiamo raggiungere. Contiamo di arrivarci nei prossimi mesi e nei prossimi anni”, comunque all’interno “dell’orizzonte di legislatura”. D’accordo con lui il primo ministro britannico: “Matteo non ha bisogno dei miei consigli” per rilanciare il mercato del lavoro, spiega, “noi abbiamo tagliato le tasse, aiutato le piccole imprese. Non ci sono scorciatoie. Bisogna essere attivi e flessibili e so che Matteo vuole facilitare le assunzioni”. Non solo lavoro, però. Renzi fa della sua visita a Londra una nuova tappa di “costruzione” di una “Europa migliore”. A Cameron garantisce quanto assicurato a Parigi, Berlino e Bruxelles: a cambiare per prima sarà l’Italia. Deve essere “più semplice e migliorare se stessa” perché solo facendo la sua parte sarà in grado di “creare un’Europa diversa con i partner storici”. Fare la propria parte significa “correre” a fare le riforme in grado di “far ripartire” il Paese. Il premier britannico apprezza. “Ogni volta incontro un premier italiano più giovane” esordisce facendo riferimento agli incontri avuti con Mario Monti prima e Enrico Letta.
“Sostengo l’impegno di Matteo per il pacchetto di riforme e le misure ambiziose” che ha annunciato, sottolinea però subito dopo. I temi sul tavolo sono tanti. Dalla crisi in Ucraina alla necessità di “sconfiggere la burocrazia europea” (tra Italia e Regno Unito c’è “un’alleanza non di natura ideologica, né un’alleanza confusa”, sottolinea più volte l’inquilino di palazzo Chigi). I due sono in piena sintonia. Le vicende istituzionali non concedono a Renzi e Cameron nemmeno il tempo di parlare della partita Italia-Inghilterra che aprirà i mondiali di calcio in Brasile. “Non siamo d’accordo su tutto”, scherza Cameron facendo riferimento al risultato. “Il clima è migliore per i giocatori italiani”, gufa. “Io sostengo Prandelli”, glissa Renzi. I dissapori calcistici vengono stemperati a pranzo grazie a un pollo alle erbe e alla macedonia con gelato alla crema. Nel pomeriggio il premier incassa anche il sostegno del segretario del Partito Laburista britannico, Ed Miliband: “Ha un’agenda impressionante ed è pieno di energia. Noi sosteniamo le sfide politiche che l’Italia sta affrontando”, spiega lasciando l’ambasciata italiana.
In serata il premier partecipa alla celebrazione del 150° Anniversario della visita di Giuseppe Garibaldi a Londra nell’aprile 1864, nella bellissima cornice della Lancaster House. Il premier è accompagnato dal sindaco Boris Johnson e alla cerimonia partecipa anche una pronipote di Anita Garibaldi. La figura simbolo del Risorgimento italiano visitò infatti Londra nel 1864 per chiedere fondi per finanziare la sua impresa. All’arrivo a Londra, l’11 aprile, l’eroe dei due mondi fu accolto da migliaia di persone e alla sua apparizione pubblica in Trafalgar Square c’era circa mezzo milione di inglesi ad aspettarlo. “Londra è una citta dove vengono rivoluzionari pazzi, costruttori di nazioni, ha una grande tradizione di accoglienza abbiamo accolto anche Gandhi, ma nessuno è stato accolto come Garibaldi” sottolinea il sindaco Johnson. Il primo cittadino londinese riserva anche a Renzi un’accoglienza di tutto riguardo. “Signore e signori, ladies and gentlmen” è per me “un grande grande onore” avere qui Matteo Renzi, esordisce. “Mi fa piacere – aggiunge portando acqua al suo mulino da sindaco – avere qua un sindaco che è diventato primo ministro, è una cosa che non è assolutamente nelle tradizioni del nostro Paese”. Renzi si prende applausi e foto (la prima è per un fan “di Pontremoli”). “Thank you sindaco, your italian is better than my english”, scherza. Poi i suoi occhi sono tutti per Marco Tardelli, che da anni vive a Londra. “È il numero uno, l’autore del secondo gol nella semifinale mondiale Italia-Argentina” spiega, abbracciando l’ex calciatore, al sindaco Johnson. Il grande salone rosso della Lancaster House riserva però al premier italiano anche qualche amara sorpresa. Tra gli ospiti c’è anche l’ex portiere della Fiorentina, ora all’Arsenal, Emiliano Viviano. “Giocava con noi, ma nessuno è perfetto, no?” Lo apostrofa Renzi. Tante le strette di mano e i saluti. “Mi raccomando”, gli dicono in molti. “Congratulation and good luck”, sorride Johnson. Salendo in macchina lo ferma un ragazzo che vive a Londra ma che vuole tornare in Italia. “Ce la faremo”, è la promessa del premier.
In serata è l’italian style ad andare in scena, con l’inaugurazione al Victoria & Albert Museum della mostra ‘The Glamour of Italian Fashion 1945-2014’ alla quale, oltre al premier partecipano i grandi nomi della nostra moda, tra i quali Valentino, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Laura Lusuardi per Max Mara, Silvia Fendi, Angela Missoni. All’esterno, ad aspettare Renzi ci sono anche una trentina di manifestanti che si definiscono “italiani che lavorano a Londra”. “Renzi restituiscici il diritto di voto” recita uno striscione mostrato a fotografi e telecamere, anche se – ad attirare l’attenzione dei più, londinesi compresi – è l’ormai proverbiale “Renzi stai sereno”.
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