Roma, 25 mar. (LaPresse) – L’Aula della Camera ha approvato la nuova legge che vieta la pratica delle cosiddette dimissioni in bianco fatte firmare a lavoratrici e lavoratori al momento dell’assunzione e conservate dal datore di lavoro per la durata del rapporto. A favore hanno votato 300 deputati, i ‘no’ sono stati 101 e 21 gli astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.
La maggioranza in Aula si è spaccata, con il Pd che ha votato a favore e il Nuovo Centrodestra contro la nuova norma. In mezzo, gongola Forza Italia che sottolinea il suo ruolo determinante per ottenere la maggioranza.
Maurizio Sacconi, capogruppo in Senato di Ncd ed ex ministro del Lavoro, parla di norma “anti imprese”, così pure il collega di partito Sergio Pizzolante. “Il provvedimento – ha dichiarato Sacconi – che ulteriormente appesantisce gli oneri burocratici del datore di lavoro nel caso di dimissioni del lavoratore fa riemergere una sinistra ostile all‘impresa“. Sul fronte opposto, l’altro asse della maggioranza, ossia il Pd che parla al contrario di “norma di civiltà”. “Oggi abbiamo ripristinato una norma di civiltà approvando la legge che cancella la vergogna delle cosiddette ‘dimissioni in bianco’, quelle fatte firmare a una lavoratrice o lavoratore contestualmente alla firma del contratto. Si tratta di un fenomeno troppo diffuso nel nostro Paese: anche per effetto della deregolamentazione, secondo l’Istat e i sindacati sono complessivamente 2 milioni le lavoratrici e i lavoratori coinvolti da questo fenomeno, il 15 per cento di coloro che godono di un contratto a tempo indeterminato, senza contare la ben più opaca galassia della parasubordinazione”, ha affermato in Aula la democratica Chiara Gribaudo. Plauso anche dalla vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd) che chiede ai senatori di sostenere la norma approvata dalla Camera.
Stesso discorso per Nichi Vendola che attribuisce il merito del risultato conseguito “all’impegno caparbio in questi anni di Sel e di tanti movimenti e associazioni”. La vicepresidente dei deputati di Sel Titti Di Salvo, componente della Commissione Lavoro, ha sottolineato come la legge “elimina l’odiosa pratica delle dimissioni in bianco, un ricatto fatto al momento dell’assunzione, sopratutto nei confronti delle ragazze, dei ragazzi e delle giovani madri”.
All’opposizione invece Renata Polverini, vice presidente della commissione Lavoro, rimarca come “senza il contributo di Forza Italia questa legge non sarebbe passata” e invitia Renzi “a non pensare di governare senza il contributo delle parti sociali o addirittura contro come invece sembra voglia fare il ministro Poletti e lo stesso Presidente del Consiglio”.
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