Roma, 11 feb. (LaPresse) – “Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) ho scambiato parole intense e cordiali con il presidente Napolitano. Non le dico i contenuti della telefonata. Ci siamo chiariti? Sì, certo. Non credo di aver mancato ad alcun dovere di sensibilità e di riguardo. Sono sempre stato una tomba per quello che riguarda le conversazioni con il capo dello Stato nel 2011. Al massimo ne avrò fatto cenno a mia moglie”. Così il senatore a vita Mario Monti, in un’intervista ad Agorà, andata in onda questa mattina su Rai Tre, commentando le anticipazioni del libro ‘Ammazziamo il Gattopardo’, di Alan Friedman. E sulla lettera al Corriere della Sera in cui Napolitano risponde alle critiche Monti dice: “l’ho trovata impeccabile, la condivido parola per parola”. Giudizio molto negativo da parte dell’ex premier per Friedman. “Tutta questa vicenda mi fa pensare a cosa non si faccia per vendere un libro”, afferma Monti che poi racconta: “Avevo avuto all’epoca, tra giugno e luglio 2011, colloqui con il Capo dello Stato che mi aveva fatto capire che forse mi avrebbe chiesto una mia disponibilità in caso di bisogno. Io avrei considerato irresponsabile un presidente della Repubblica che si mettesse nello studio del Quirinale a riflettere vediamo un po’ chi può essere a guidare il governo il giorno dopo che il presidente del consiglio uscente ha rassegnato le sue dimissioni. Questo mi sembrerebbe un modo irresponsabile di assolvere ai compiti di un Capo dello Stato. Le persone che in quei mesi mi chiedevano se ero disposto a impegnarmi erano decine e decine”.

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