Roma, 11 feb. (LaPresse) – Il comitato per la messa in stato di accusa ha archiviato con 28 voti contrari e 8 favorevoli la richiesta di impeachment presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per l’archiviazione hanno votato Pd, Ncd, Sel, Scelta Civica, Popolari per l’Italia e Socialisti. Contro i 5 stelle. Forza Italia, che da regolamento non ha potuto astenersi, ha deciso di non partecipare al voto. Non hanno votato neppure i due presidenti, Ignazio La Russa e Dario Stefano. La richiesta di impeachment “è stata archiviata per manifesta infondatezza”, ha spiegato la Russa, al termine del voto. Il presidente del Comitato bicamerale ha inoltre voluto ringraziare “tutti i componenti del comitato che hanno permesso di lavorare velocemente e senza dilazione in un clima civile”. Archiviata la richiesta, ha spiegato La Russa, ora “il 25 per cento dei parlamentari potrà fare istanza per riaprire in Aula il dibattimento”.
Intanto il M5S ha annunciato che raccoglierà le firme in Aula. “Hanno vinto i patti e i ricatti dopo una notte di incontri al Quirinale. Ma non finisce qui. Raccoglieremo le firme in Parlamento per chiedere che il caso-Napolitano venga portato in aula in seduta congiunta”, affermano, in una nota congiunta, i deputati e i senatori del Movimento 5 Stelle. “Dopo una notte di tentennamenti, il partito del Quirinale si è ricompattato contro la Costituzione e contro la volontà popolare”, prosegue la nota. “Dopo le ultime rivelazioni sulla nascita del governo Monti e sull’azione disciplinare nei confronti del pm Nino Di Matteo – aggiungono i parlamentari pentastellati – appare più che evidente che le denunce del Movimento, tradotte nella richiesta di messa in stato d’accusa, sono tutt’altro che prive di fondamento. Insomma ‘Re Giorgio è nudo'”. E Grillo, dal suo blog, ha nuovamente chiesto le dimissioni del Capo dello Stato. “Napolitano deve avere la dignità di dimettersi. Bisogna capire quando si è a fine corsa e fuori ruolo. Lui lo è. Napolitano sta per compiere novant’anni, è in politica dal 1945, in Parlamento dal 1953, è peggio di una condanna all’ergastolo”, ha scritto il leader del Movimento in un post dal titolo ‘L’Italia condannata a Napolitano a vita’.
Nonostante la scelta di non appoggiare l’iniziativa del M5S, da Forza italia continuano le richieste di chierimenti al Capo dello Stato dopo le polemiche per le anticipazioni del libro ‘Ammazziamo il Gattopardo’, di Alan Friedman. “Noi siamo persone serie. La verità la deve dare Napolitano, la devono dare le istituzioni. Non basta una letterina al ‘Corriere della Sera’, noi vogliamo risposte, non ci bastano le letterine al ‘Corriere'”, ha detto il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, a ‘La telefonata di Belpietro’ su Canale5. “Il fatto che a giugno 2011 il presidente della Repubblica contattasse Monti per chiedergli disponibilità eventuale a diventare premier – ha aggiunto ancora Brunetta – è un atto gravissimo perché non può fare consultazioni private e segrete alle spalle di un presidente legittimato dal popolo senza nessuna crisi”. Anche per il consigliere politico di Fi, Giovanni Toti, le spiegazioni scritte al Corriere da Napolitano non sono sufficienti. “La verità – spiega il nuovo pupillo di Berlusconi a ‘Mattino cinque’ – non è importante solo per il nostro passato ma anche per il nostro futuro perché dal Quirinale nei prossimi giorni potrebbe arrivare un nuovo governo non avallato dal voto popolare. Non sarebbe male se Napolitano desse qualche spiegazione in più in Parlamento, nel Comitato, magari con una lettera” aggiunge Toti perché “il comunicato di ieri è largamente insoddisfacente”.
Del caso torna a parlare anche Mario Monti. “Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) ho scambiato parole intense e cordiali con il presidente Napolitano. Non le dico i contenuti della telefonata. Ci siamo chiariti? Sì, certo. Non credo di aver mancato ad alcun dovere di sensibilità e di riguardo. Sono sempre stato una tomba per quello che riguarda le conversazioni con il capo dello Stato nel 2011. Al massimo ne avrò fatto cenno a mia moglie”, spiega il senatore a vita in un’intervista ad Agorà, andata in onda questa mattina su Rai Tre. E sulla lettera al Corriere della Seradel presidente della Repubblica dice: “l’ho trovata impeccabile, la condivido parola per parola”. Giudizio molto negativo da parte dell’ex premier per Friedman. “Tutta questa vicenda mi fa pensare a cosa non si faccia per vendere un libro”, afferma Monti che poi racconta: “Avevo avuto all’epoca, tra giugno e luglio 2011, colloqui con il Capo dello Stato che mi aveva fatto capire che forse mi avrebbe chiesto una mia disponibilità in caso di bisogno. Io avrei considerato irresponsabile un presidente della Repubblica che si mettesse nello studio del Quirinale a riflettere vediamo un po’ chi può essere a guidare il governo il giorno dopo che il presidente del consiglio uscente ha rassegnato le sue dimissioni. Questo mi sembrerebbe un modo irresponsabile di assolvere ai compiti di un Capo dello Stato. Le persone che in quei mesi mi chiedevano se ero disposto a impegnarmi erano decine e decine”.
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