Roma, 5 feb. (LaPresse) – Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza, ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla compravendita di senatori che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli e in cui è coinvolto Silvio Berlusconi. “Il presidente – si legge in una nota del presidente del Senato – ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale persona offesa di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento”.
La decisione di Grasso arriva dopo il parere negativo dato oggi dal Consiglio di presidenza del Senato. Dieci erano stati i voti contrari, otto quelli favorevoli. Ai quattro senatori di Forza Italia, che hanno votato no (Maurizio Gasparri, Lucio Malan, Alessandra Mussolini e Maria Elisabetta Alberti Casellati), si erano infatti aggiunti Lucio Barani (Gal), Antonio Gentile (Ncd) e due senatori della Lega (Roberto Calderoli e Giacomo Stucchi). A spostare l’ago della bilancia il no di Linda Lanzillotta di Scelta Civica e Antonio De Poli del Partito Popolare per l’Italia. Parere positivo, invece, dai cinque senatori del Pd, uno di Sel, uno del Movimento 5 Stelle e uno del Gruppo Autonomie.
Nel processo Silvio Berlusconi è accusato del reato di corruzione per la presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi nel 2008.
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