Di Laura Carcano

Torino, 1 feb. (LaPresse) – ‘Il M5S deve trovare una sua ragion d’essere; quello che hanno fatto alla Camera è violenza da frustrazione e inutilità politica. Marciare in gruppo nei corridoi della Camera, impedire alle commissioni di riunirsi è da forza eversiva’. Per Luciano Violante, ex presidente della Camera e docente di diritto, 72 anni, così va definito il clima di bagarre che si è creato in aula alla Camera nei giorni scorsi, con proteste e scontri fra i deputati pentastellati e i parlamentari di altri partiti. Il parapiglia è scoppiato mercoledì e giovedì, non solo nell’emiciclo, ma anche in commissione, dopo la decisione della presidente della Camera Laura Boldrini di applicare la norma ghigliottina e passare al voto sul decreto Imu-Bankitalia.

L’ex terza carica dello Stato sui Grillini afferma a LaPresse: ‘Mi dispiace perché avrebbero potuto essere una forza di rinnovamento radicale e positivo; ma non riescono a svolgere nessun ruolo e sinora hanno perso tutte le occasioni di contare nella vita della Repubblica, dall’inizio legislatura rifiutando responsabilità di governo ad oggi, rifiutando di contare per una buona legge elettorale; l’unico modo per dichiararsi in vita rischia di essere la promozione del disordine istituzionale’.

Con le accuse di squadrismo ai deputati di Grillo Violante non concorda: ‘Lo squadrismo – spiega il politico del Pd, storico esponente della sinistra italiana – era all’interno di un progetto di conquista violento e deprecabile, ma di trasformazione. I 5 stelle purtroppo esprimono sinora solo un vecchio progetto reazionario, antiparlamentare, antipartito e antidemocratico, dettato dalla disperazione politica’. Al fondatore del Movimento 5 stelle, che ieri incontrando i suoi li ha invitati a non esagerare ancora, un politico di lungo corso come Violante che suggerimento da’? ‘Nessuno – risponde – credo che Grillo capisca da solo; la prossima volta che fanno? bruciano i mobili di Montecitorio e denunciano la Merkel al tribunale penale internazionale?’.

Sull’operato della presidente della Camera Laura Boldrini nella situazione di rissa creatasi in aula nei giorni scorsi, in cui il parlamentare di Sc Stefano Dambruoso è stato ripreso dalle telecamere mentre dava un manrovescio alla grillina Loredana Lupo dopo l’assalto dei deputati 5 stelle ai banchi del governo e della Presidenza, Violante non da’ giudizi. ‘Ma – dice – ha fatto benissimo a chiedere l’istruttoria’ per sanzionare le azioni violente messe in atto ‘nei disordini accaduti alla Camera: è la giusta procedura’. Per quanto riguarda Dambruoso, Violante, che ricordando la sua esperienza della Camera, dice ‘di non avere mai dovuto affrontare episodi così gravi come quelli recenti con 100 persone, non dieci – sottolinea – che vanno contro i banchi della Presidenza’, parla di ‘un gesto gravissimo, per cui come avvenuto in altri casi chi picchia rischia la sospensione: non si picchia nessuno, se lo fa il questore è ancora peggio’. Ma come si poteva evitare la degenerazione avvenuta nei giorni scorsi a Montecitorio?: ‘qualche volta – dice Violante – si può spegnere la situazione togliendo la seduta immediatamente. Ma poi dipende dalle circostanze, va valutato caso per caso. La soluzione classica è togliere immediatamente la seduta e dare disposizione ai commessi di sgomberare l’aula; ma a volte può non bastare’.

Sulla norma cosiddetta Ghigliottina, cui la Boldrini è ricorsa scatenando la rivolta pentastellata, Violante sottolinea che ‘è necessaria perché in democrazia la maggioranza ha il diritto di deliberare e la minoranza può rallentare la deliberazione ma non può impedirla. Sulla base di questo principio, scaduto un certo termine, si va a votare. In assenza di un contingentamento dei decreti legge scatta il meccanismo del voto bloccato’. La cosiddetta norma ghigliottina fu introdotta con una riforma regolamentare quando Violante era presidente della Camera, senza tuttavia farne uso. ‘Ne ho minacciato il ricorso due volte – ricorda Violante – e fu sufficiente, avvertendo per tempo i presidenti dei gruppi che facevano ostruzionismo, spiegando che per un principio democratico il decreto doveva essere approvato e ponendo un termine temporale. E così smisero l’ostruzionismo per evitare che si consolidasse un precedente. Questa volta non l’hanno fatto’. Ma allora cosa non ha funzionato questa volta con l’opposizione? ‘I 5 stelle – sottolinea l’esponente del Pd – si sono chiusi in un ghetto; ora devono uscirne; non credo che questo tipo di atteggiamento giovi al consenso’. Violante punta poi il dito contro uno dei meccanismi interni al funzionamento dei gruppi parlamentari grillini, l’avvicendamento dei presidenti di gruppo ogni 6 mesi: ‘quella di capogruppo – spiega Violante – è una esperienza delicata che costruisci facendola; se ogni 6 mesi si cambia, nessuno riesce a fare l’esperienza necessaria e nessuno riesce a essere in grado di reggere le situazioni di difficoltà’.

Violante mette sotto accusa anche l’uso ‘eccessivo della decretazione di urgenza’. ‘Non solo eccessivo – rincara la dose il politico ed ex magistrato – ma anche disordinato: ci sono decreti legge che sono dei treni con contenuti assolutamente eterogenei, proprio come quello Imu-Bankitalia da cui è scaturita la protesta. E’ un abuso determinato dalla crisi del procedimento legislativo. La Presidente Boldrini ha fatto bene a far notare al premier che con tutti questi decreti legge non si può andare avanti’. Per Violante la soluzione può arrivare anche ‘dalla buona riforma del regolamento che si sta facendo alla Camera. E poi bisogna innanzitutto stabilire la inammissibilità di emendamenti eterogenei. E dare ai presidenti delle Camere il potere di stralciare le parti eterogenee dei disegni di legge’.

Sulla riforma della legge elettorale, al centro in questi giorni della agenda politica italiana, Violante non da’ una bocciatura totale: ‘il testo iniziale aveva gravi limiti, ma sono stati già fatti passi in avanti. Però – fa notare Violante – il testo ora all’esame dell’Aula, nonostante le correzioni concordate, mantiene il suo limite politico più profondo: non aiuta a superare l’attuale grave frattura tra società e politica che è stata esasperata proprio dalla legge Calderoli: restano le liste bloccate perché non si prevede né il voto di preferenza né il collegio uninominale; si stabiliscono soglie molto alte in base alle quali un partito che prende, da solo, 3 milioni e mezzo di voti non entra in Parlamento e non entra una coalizione che ne prende 6 milioni; si regala la metà dei seggi alla coalizione che prende il 37%’. ‘Non parlo di altre storture: ad esempio un piccolo partito può concorrere a far vincere il premio a un partito più grande ma può non prendere neanche un seggio. – prosegue l’ex presidente della Camera – Sono cose che stonano: sembra prevalere una pura logica di potere che non giova neanche alla governabilità’.

Questa legge comunque per Violante ‘si può correggere e va votata. E non deve cadere’. ‘Renzi – afferma Violante -ha fatto bene e fa bene a insistere; ma proprio perché dev’essere approvata, va migliorata’. Quello che per Violante è da evitare è che la legge finisca in Corte costituzionale subito dopo le prossime elezioni.

‘Lasciare la lista bloccata- dice il politico – corta o lunga non importa, toglie al cittadino il potere di esprimere una propria preferenza individuale; votiamo con le preferenze per consigli comunali, regionali, per il parlamento europeo, tranne che per il parlamento nazionale: ma perché?’. ‘E’ vero che le preferenze hanno dei limiti – ammette Violante – ma le liste bloccate favoriscono le clientele dei dirigenti dei partiti, sostituiamo solo le clientele di base con quelle di vertice. Io ero contrario al voto di preferenza; sono diventato favorevole dopo le ultime elezioni quando ho visto in pratica la rottura tra società e politica e i rischi che corre la democrazia’.

Sul ruolo che l’opposizione interna a Pd sta avendo sulla legge elettorale Violante sottolinea ‘che la minoranza ha fatto bene a dire che la legge si deve votare, ma va migliorata. E alcune migliorie si sono ottenute’. E su questo tema Violante sostiene che ‘parte del merito vada riconosciuto a Cuperlo, mentre a Renzi vada riconosciuto quello di avere raccolto queste proposte. L’obiettivo è garantire governabilità e rappresentatività’. All’attuale segretario del Pd, l’ex terza carica dello Stato riconosce che ‘in una Italia che ha bisogno di una forte direzione politica, Renzi coglie lo spirito del tempo, ma non deve agire da solo’. Per violante Renzi ‘deve dire i no necessari, ma deve sempre comportarsi come capo di tutto il partito’.

I 5 Stelle hanno chiesto l’impeachment del Capo di Stato Giorgio Napolitano. Violante si occupò di redigere il testo della richiesta che riguardò l’ex presidente della Repubblica Cossiga. Ma su questo Violante fa dei chiari distinguo: ‘Cossiga fece attacchi al Csm, attaccò tutti i partiti, era coinvolto nella vicenda Gladio e disse lui stesso che ‘in un Paese normale sarebbe stato cacciato’. Delegittimò, partiti, magistratura e anche se stesso’.

‘L’iniziativa del M5S contro il presidente Napolitano è sciocca, frutto della stessa frustrazione che li rende violenti in Parlamento – dice Violante -. Accusano Napolitano di promulgare leggi incostituzionali, di soffocare le opposizioni, e di tacere sulla presunta trattativa Stato-mafia. Se si dovessero mettere in stato d’accusa tutti i presidenti della Repubblica che hanno promulgato leggi poi sottoposte a rilievi della Consulta, non si salverebbe nessuno. Le ragioni delle opposizioni riguardano i presidenti delle Camere’. La presunta trattiva Stato-mafia poi per Violante ‘è una bolla di sapone, come ha dimostrato l’assoluzione piena del generale Mori’.

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