Roma, 23 set. (LaPresse) – “L’economia e l’occupazione tardano a riprendesi: ma i primi segni di ripresa si vedono, e si riaffaccia la speranza di un nuovo, più solido sviluppo, su basi più giuste, dell’economia e della società”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, nel cortile del Quirinale. “Dobbiamo fare tutti la nostra parte per far crescere i semi che appaiono e possono maturare di un miglioramento e cambiamento positivo della nostra situazione – ha aggiunto il capo dello Stato – La politica non sprechi questo momento più favorevole e faccia, attraverso il Governo e il Parlamento, la sua parte, procedendo senza incertezze né tantomeno rotture nel compiere le azioni necessarie”. Napolitano ha poi sottolineato la necessità, in ambito scolastico, di impegnarsi a migliorare perché l’Italia è fra gli ultimi in Ue quanto a numero di laureati, dato che mette a rischio il progresso del Paese.

STUDIARE E’ UN PRIVILEGIO – “Formatevi e preparatevi nel miglior modo possibile”, ha detto Napolitano rivolgendosi ai giovani italiani, che cercano risposte alla crisi economica. “La possibilità di studiare è un privilegio”, ha detto ancora il presidente della Repubblica, citando poi altri Paesi, fra cui la Siria, dove questo diritto non è garantito a tutti. “Tra quanti hanno dovuto abbandonarla – sottolinea – tra i profughi affluiti in più Paesi, i minori sono circa un milione, 740mila hanno meno di 11 anni. Ai piccoli raccolti nei campi profughi mancano i parenti lontani, ma anche e molto, da quanto dicono a chi li intervista, manca loro la scuola”.

ITALIA A ULTIMI POSTI UE PER NUMERO LAUREATI – “Bisogna rafforzare l’istruzione a tutti i livelli, sviluppare la ricerca scientifica, rendere più elevata e moderna la formazione dei giovani attraverso tutti i canali, ciò è decisivo per superare la crisi, per combattere la disoccupazione per competere nel mondo di oggi”, ha detto il capo dello Stato dal cortile del Quirinale. “L’Italia purtroppo resta ancora indietro rispetto agli altri Paesi avanzati – ha aggiunto – siamo agli ultimi posti nei Paesi europei per il numero di quanti proseguono negli studi fino agli ultimi gradi: sono addirittura calate le iscrizioni alle università in concomitanza con la crisi economica”. Per il capo dello Stato “è a rischio il progresso realizzatosi nel lungo periodo precedente”.

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