Roma, 22 ago. (LaPresse) – Roma , 22 ago. (LaPresse) – “Noi chiediamo che il Pd rifletta sull’opportunità di votare no alla decadenza di Silvio Berlusconi”. Questa la richiesta del vicepremier Angelino Alfano al Pd, alleato di un governo che in queste ultime ore è parso sempre più in bilico, dopo il lungo incontro bilaterale di ieri sera fra il segretario del Pdl e il premier Letta. La richiesta del Pdl è che non sia affrontata in modo pregiudiziale la questione dell’uscita di Berlusconi dalla vita politica, di cui è stato protagonista negli ultimi 20 anni, dopo la conferma della condanna per frode fiscale nel processo Mediaset. Alfano ha spiegato che “il Pdl non chiede al Pd un gesto e un voto a favore di Berlusconi, ma di non dare un voto contra personam, contro il loro avversario di sempre. Chiediamo che venga trattato come un senatore e non come l’avversario storico”. “Questo atteggiamento preventivo del Pd significa esprimere un pregiudizio, una valutazione politica e non giuridica perché si tratta di Berlusconi”, ha detto Alfano. Per il vicepremier pidiellino e Berlusconi oggi pomeriggio incontro a due, che dovrebbe essere, secondo quanto riferiscono alcune fonti vicine al partito, decisivo per la soluzione dell’affaire decadenza e incandidabilità. Rottura, un ulteriore tentativo di arrivare a un compromesso o addirittura, come chiedono alcuni appartenenti alla fronda delle colombe, aprire l’ennesima strada di trattative con il Pd, incentrata sugli approfondimenti giuridici sulla retroattività della legge Severino, richiesti dallo stesso Alfano ieri durante il bilaterale con Enrico Letta.
E oggi la risposta del Pd ad Alfano e al fronte dei pidiellini, che minacciano la fine dell’esecutivo delle larghe intese, è arrivata dal ministro per i Rapporti con il parlamento Dario Franceschini: “Alle minacce e agli ultimatum basta rispondere con un principio molto semplice: non si barattano legalità e rispetto delle regole con la durata di un governo. Mai”. Intanto il premier Enrico Letta, con cui lo stesso Alfano aveva avuto ieri un teso faccia-a-faccia, è stato ricevuto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un colloquio in cui si è inevitabilmente discusso anche delle prospettive della situazione di governo e della situazione politica. Beppe Grillo nel frattempo è tornato all’attacco del Colle, a a chiedere elezioni subito e le dimissioni di Napolitano, lasciando poco spazio alle congetture su un possibile coinvolgimento del M5S in un nuovo governo.
Di crisi aveva parlato oggi proprio il Cavaliere in un intervista rilasciata al giornale Tempi. “Diranno che è colpa mia se i ministri del Popolo della libertà valuteranno le dimissioni davanti al massacro giudiziario del loro leader eletto da milioni di italiani – ha spiegato il Cavaliere -. Ma io mi domando: se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?”. “Possono farmi tutto – ha detto Berlusconi – ma non possono togliermi tre cose. Non possono togliermi il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana. Non possono togliermi il diritto di animare e guidare il movimento politico che ho fondato. Non possono togliermi il diritto di essere ancora il riferimento per milioni di italiani, finchè questi cittadini liberamente lo vorranno”. Intanto in queste concitate ore l’esecutivo guidato da Letta, con l’aria di crisi che gli soffia sul collo, prosegue, in giorni d’agosto che in passato erano di vacanza per i governi, per portare in porto i grandi provvedimenti economici per condurre fuori dalla emergenza il Paese. Domani in programma il Consiglio dei Ministri sul decreto legge per la pubblica amministrazione e una messa a punto sulla cancellazione dell’Imu per il 2013. Enrico Letta appare molto concentrato sull’agenda di governo, mentre il Pd, il suo partito, è in preda a fibrillazioni. Intanto un altro dei ministri democratici della squadra di Letta ha parlato esponendosi in prima linea: è Graziano Delrio, che ha affermato che il Pd “non può che votare a favore della decadenza. Politicamente non c’è altra soluzione”. Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano oggi prima ha avuto un colloquio con il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni. Poi al Colle è salito il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. La situazione delle carceri italiane, i provvedimenti all’esame del Parlamento. Questi, secondo quanto si apprende da fonti governative, le questioni affrontate nel corso dell’incontro tra Napolitano e Cancellieri. Secondo quanto si apprende si sarebbe anche parlato delle vicende giudiziarie, con ricadute legislative, dell’ex premier Silvio Berlusconi.
Silvio Berlusconi, al centro dei venti di crisi di governo che stanno soffiando sul Paese, riunirà i suoi sabato alle 13,30 ad Arcore, secondo quanto riferiscono fonti interne al Pdl. Lo stato maggiore degli azzurri si riunirà quindi a villa San Martino dove il Cavaliere dovrebbe riferire ai suoi la decisione presa sulla strategia che intende intraprendere e sul futuro del governo e su quello più personale della sua situazione politica. La riunione servirà anche a frenare le anime calde di via dell’Umiltà, visto che Berlusconi è consapevole che al momento sarebbe più protetto in un governo delle larghe intese che in una condizione di crisi di g
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