Roma, 16 ago. (LaPresse) – “Dire ‘frocio’ a una persona può essere rilevante sul piano di un reato di ingiuria, ma da qui a incasellare solo su questo una possibile fattispecie della legge sull’omofobia secondo me ce ne corre. Invece dirglielo ripetutamente, rendergli la vita impossibile, bersagliarlo di insulti e provocazioni in modo sistematico, quello è un’altra cosa che sicuramente merita un reato specifico.” Lo ha dichiarato a KlausCondicio, il talkshow di Klaus Davi in onda su YouTube, Francesco Nitto Palma rispondendo alla domanda di Klaus Davi “se dare del frocio a una persona è un atto di omofobia”.

“Noi assimiliamo al termine ‘frocio’ un significato negativo insito nella volgarità dello slang – prosegue l’esponente del Pdl e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato – Bisogna fare attenzione perché una legge sull’omofobia deve tutelare la libertà di ciascuno di noi di vivere la propria vita come meglio ritiene senza attribuire connotazioni negative a quello stile di vita. Io non userei mai il termine ‘frocio’, piuttosto userei la parola omoaffettivo che ha lo stesso significato ma non esprime volgarità e disprezzo”.

Secondo l’ex ministro della Giustizia “la legge penale debba punire i fatti apprezzabili sotto il profilo penale. Ci sono sentenze della Corte di Cassazione che affermano che il termine ‘stronzo’ non è di per sé ingiurioso. Credo quindi che per questo tipo di offese esistano già forme di pene previste dalla legge. Penso inoltre che punire una persona perché usa un termine inappropriato sicuramente volgare al di là del reato di ingiuria o di diffamazione, fuoriesca dai compiti propri del diritto penale. Detto questo – conclude Nitto Palama – è assolutamente auspicabile una legge sull’omofobia che cerchi però di scindere profili penali (discriminazioni, offese reiterate, stalking rivolti a persone omosessuali) da un linguaggio volgare e ineducato.”

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: ,