Firenze, 2 lug. (LaPresse) – “In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione”. Così sulla sua e-news Matteo Renzi. “E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione. Ho l’impressione che non mi conoscano un granché. Io faccio una battaglia se voglio affermare un’idea, non se devo ambire ad una poltrona. – prosegue Renzi. La poltrona al massimo è strumentale alla realizzazione dell’idea, non è il contrario”.
“Sogno un Partito Democratico- aggiunge Renzi – che cambia per cambiare l’Italia. Per prenderla per mano e portarla nel domani. Il Partito Democratico che vorrei, chiunque ne sarà leader, è un partito aperto (#openpd), coraggioso, che accoglie le persone senza respingerle ai seggi, che ha il coraggio di andare controcorrente e contro le correnti. Io vorrei un Pd capace di vincere. Il Pd delle correnti non riesce a vincere al massimo può partecipare. Credo che il futuro ci raggiungerà presto e che dobbiamo farci trovare pronti. Quello che faremo, sia che ci candidiamo sia che non ci candidiamo, lo faremo come sempre senza chiedere il permesso ai capicorrente. E senza perdere la freschezza e la serenità di chi crede che la parola leggerezza in politica sia un valore”.
“Il quotidiano discutere delle regole, mentre in Italia la crisi occupazionale continua a mordere, è difficile da accettare per me che sono parte in causa, figuriamoci per un cittadino normale. Faccio un appello ai dirigenti del PD: non preoccupatevi delle mie mosse, datevi voi una mossa. C’è un Paese, fuori dalle nostre stanze, che aspetta parole di proposta, parole di speranza. Non perdiamo (anche) questa occasione, vi prego!”, conclude Renzi.
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