Roma, 14 giu. (LaPresse) – “Il percorso che stiamo facendo serve ad agevolare il cittadino nell’ottica di una semplificazione. E’ un lavoro che va nell’ottica di applicare l’articolo 3 della Costituzione: rimuovere tutti gli ostacoli per agevolare il percorso del cittadino. Il percorso per la cittadinanza è fondamentale e molti non riescono a concretizzare il progetto migratorio attraverso la cittadinanza”. Così il ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, alla tavola rotonda sul tema dell’immigrazione a Roma nel corso della Conferenza dei Prefetti 2013, spiegando che “diritto di cittadinanza vuol dire dare l’opportunità a ogni persona di sentirsi un cittadino e usufruire di diritti. Parlare di diritti vuol dire parlare anche di doveri e in questo modo rafforziamo l’intero paese”.
“Il progetto di integrazione può partire da dove inizia il progetto migratorio – ha spiegato il ministro – dal Paese di origine. Pensiamo ai ricongiungimenti familiari, le donne possono iniziare un percorso di formazione per capire meglio il paese che le ospiterà e non arrivare più smarriti come avveniva prima”.
“Ci sono – ha continuato Kyenge – quattro milioni di stranieri in Italia con bagaglio culturale e religioni diverse ed il percorso di integrazione non considera mai il momento di partenza del migrante, che spesso proviene da luoghi in cui non ha avuto la possibilità di studiare, di capire il tessuto sociale del Paese che lo ospiterà. La lingua italiana è uno dei primi punti da cui partire per l’integrazione”. “Compito dello Stato – ha sottolineato il ministro – è anche rendere queste persone meno vulnerabili, cercando di evitare isolamento e inserirli in un contesto di integrazione”.
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