Roma, 4 giu. (LaPresse) – Il governo questo pomeriggio ha dato il via libera alla nomina di Enrico Bondi a commissario straordinario dell’Ilva per 36 mesi.

Nomina di un commissario straordinario per 12 mesi, rinnovabili fino a un massimo di 36. Lo prevede il decreto del governo sull’Ilva. Prevista la nomina di un sub commissario da parte del ministro dell’Ambiente”. Così il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato sull’Iimpianto siderurgico di Taranto.

“Il Consiglio – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha approvato un decreto-legge che vara una nuova e stringente disciplina generale a tutela dell’ambiente, della salute, della sicurezza e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale. Viene in primo luogo previsto che il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, possa deliberare il commissariamento straordinario di un’impresa, esercitata anche in forma di società, che gestisca almeno uno stabilimento di interesse strategico nazionale, la cui attività produttiva abbia comportato e comporti pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute a causa della inosservanza dell’autorizzazione integrata ambientale.

“Non siamo in presenza di un esproprio, ma di un commissariamento alla fine del quale la proprietà rimarrà prioprietaria“. Così il ministro dello Sviluppo economico Zanonato, in conferenza stampa, sull’Ilva, di cui è stato deciso il commissariamento.

Dure critiche dalla associazione industriale dell’acciaio – “Il provvedimento preso oggi dal Consiglio dei ministri in merito alla questione Ilva ci pare francamente sbagliato e sproporzionato, non tanto e non solo in riferimento alla vicenda di Taranto, ma perché per risolvere un problema di enorme complessità rischia di fare un disastro”. Lo afferma in una nota Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, in merito alla decisione di commissariare l’Ilva.

“La norma – aggiunge Gozzi – crea un pericolosissimo precedente perché vale per tutti i siti di interesse nazionale, che fino a oggi sono tutte le fabbriche con più di 200 addetti, vale a dire tutta la media e grande impresa nazionale. Ognuna di queste fabbriche da oggi rischia di essere commissariata non per decisione di un giudice, ma soltanto per contestazioni di violazione di norme ambientali effettuata da un pm ‘inaudita altera parte'”. Secondo il numero uno di Federacciai “le previsioni contenute nella legge 231, in particolare relative all’Aia e alla gestione della stessa da parte del Ministero, vengono abrogate, rimettendo di fatto nuovamente nelle mani dei pm le decisioni relative a far funzionare o meno una fabbrica industriale”.

Obiettivo del provvedimento per il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato “la continuità produttiva dello stabilimento, la cui chiusura avrebbe un “impatto economico negativo” valutato per “oltre otto miliardi di euro annui, imputabili per circa sei miliardi alla crescita delle importazioni, a 1,2 miliardi per il sostegno al reddito e i minori introiti per l’amministrazione pubblica e circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato”.

Numerosi i commenti del mondo della politica – “In questo contesto di scarse risorse e di bisogni crescenti, è necessario fissare quali devono essere, secondo noi, le priorità nell’azione del governo. Priorità di salvaguardare il lavoro e la continuità produttiva di un insediamento industriale fondamentale per il Paese, e nello stesso tempo la salute dei cittadini nel caso Ilva”. Così il segretario del Pd Guglielmo Epifani intervenendo alla direzione del partito.

“Numerose violazioni alle prescrizioni dell’Aia da parte dell’Ilva sono state accertate dall’Ispra nel corso delle ispezioni compiute già nel marzo scorso e ripetute negli ultimi giorni. È quanto è emerso nell’audizione di oggi in Commissione nell?ambito dell’indagine conoscitiva sull’Iva di Taranto e sull’industria siderurgica nazionale”. Lo dichiara il senatore Salvatore Tomaselli capogruppo Pd in Commissione Industria dopo l’audizione del direttore generale dell’Ispra Stefano Laporta oggi a Palazzo Madama.

Si tratta – spiega Tomaselli – di violazioni che riguardano prescrizioni particolarmente delicate quali il processo di movimentazione e stoccaggio dei materiali e il rispetto dei limiti delle emissioni. Queste notizie, ove ve ne fosse ancora bisogno, confermano l’attività dilatoria messa in atto dalla proprietà nel corso di questi mesi nella piena attuazione dei contenuti dell’Aia e dei conseguenti non rinviabili investimenti necessari per garantire il processo di ambientalizzazione dello stabilimento e la continuità produttiva”. “Obiettivi che ora potranno più efficacemente essere raggiunti a seguito della decisione assunta dal governo di procedere con il commissariamento dell’Ilva”, conclude il parlamentare del Pd.

Fra le voci contrarie al commissario, quella di Sel. “Bondi attualmente A.D. Ilva nominato da famiglia Riva. Sono deluso perché non si è voluto portare fino in fondo rottura con il passato”. Così, su Twitter, il governatore della Puglia Nichi Vendola commenta la nomina a commissario dell’Ilva di Enrico Bondi.

Reazione dal mondo dell’economia e sindacale– “Sulla persona di Enrico Bondi, che è un chimico come me, e che conosco da tempo, che ha dato tante prove di seé come manager capace di gestire situazioni complicate, non ho nulla da dire. Non è un problema della persona, ma dell’Ilva, la cui criticità è anche quella di tutta la siderurgia italiana. Su Ilva si gioca partita emblematica del futuro del Paese”. Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, durante l’assemblea degli industriali di Lecco commenta la nomina di Enrico Bondi a commissario dell’Ilva. “E’ una situazione che se non saremo capaci di dargli un’impostazione che rispetti i diritti della proprietà e tutto quello che connesso ad una attività manifatturiera di questo tipo – prosegue Squinzi – sarà poi difficile richiamare in Italia ulteriori investimenti esteri, e impossibile svolgere attività siderurgiche, e temo tutto ciò possa allargarsi a macchia d’olio, ad altri settori come la mia chimica”.

“Il tempismo del governo e del ministro Zanonato è sicuramente condivisibile in una situazione complessa come quella dell’Ilva ma non c’è solo l’azienda da difendere bisogna tutelare anche i lavoratori”. È quanto sostiene il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, commentando l’esito del l Consiglio dei ministri chiamato ad emanare il decreto sull’Ilva. Per il sindacalista “la soluzione lampo del commissariamento straordinario che prevede la nomina del Commissario Straordinario in considerazione dell’importanza strategica degli impianti, facendo riferimento alla continuità produttiva ed occupazionale, metta con maggiore enfasi l’accento la stretta interconnessione che c’è tra ambiente e lavoro e tra il lavoro e la sopravvivenza di un’intera città, nonché di una filiera produttiva strategica, qual è l’acciacio, e delle altre attività economiche dipendenti da essa”.

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