Bologna, 30 mag. (LaPresse) – “Qui non si infiltrerà la criminalità, non entreranno le mafie”. Lo ha detto Enrico Letta a Bologna, dove si è recato per visitare le zone colpite dal sisma di un anno fa. “E’ fondamentale evitare che questo virus faccia danni, che sarebbero danni terribili”, ha specificato.”Qui c’è un problema nazionale – ha aggiunto Letta durante il suo discorso – perché c’è il motore della crescita che è stato colpito”. “I costi della prevenzione sono infinitamente più bassi rispetto ai costi di ristrutturazione come è avvenuto dopo il terremoto per l’Emilia. Noi dobbiamo far lavorare l’Italia, far lavorare l’Emilia, e dobbiamo far sì che questo lavoro di ristrutturazione sia rapido. Questi meccanismi battono il lavoro nero”.
“Il nostro – ha ammesso il premier – è un Paese fragile. Una fragilità di cui mi sono reso conto in tante occasioni visitando i territori che sono stati colpiti dalle calamità”. “L’Italia – ha aggiunto il premier – è un Paese a cui dobbiamo volere bene. Vogliamo bene all’Italia e dobbiamo fare in modo che non si sciupi e che conservi tutte le sue bellezze”.
Il presidente del Consiglio è stato poi contestato a Mirandola, in provincia di Modena, dove si trova in visita presso alcune fabbriche della zona. Il premier è stato accolto davanti all’azienda Sorin da un gruppo di manifestanti che lo accusano di essersi recato in visita soltanto presso le aziende che da sole ce l’hanno fatta a ripartire. Il presidio di manifestanti insomma vuole comunicare al Governo che la ricostruzione non sta partendo. Letta, accompagnato dal presidente della Regione Vasco Errani, si è intrattenuto con i manifestanti, che indossavano magliette e esponevano striscioni, parlando con loro. Il colloquio è stato animato ma non violento e il premier ha risposto ai contestatori dicendo loro che il governo si sta occupando proprio delle realtà più critiche e più duramente colpite dal sisma.
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