Roma, 7 mag. (LaPresse) – Scontro tra Pd e Pdl sulla presidenza della commissione Giustizia al Senato. Francesco Nitto Palma non ce la fa: ottiene 12 preferenze alla prima votazione, 13 alla seconda, contro 13 schede bianche. Non avendo ancora raggiunto la maggioranza assoluta si andrà alla terza votazione domani alle 14, quando sarà sufficiente la maggioranza semplice.

Lui spiega: “C’era un accordo che non è stato rispettato, che non ha raccolto frutti, quindi è un problema dei vertici del partito, non mio”. Pd e Pdl avevano raggiunto l’intesa sul suo nome ma nel centrosinistra sono montati i malumori sull’idea di affidare all’ex guardasigilli, tra i fedelissimi di Silvio Berlusconi, proprio la guida della commissione Giustizia. Tra gli scontenti la senatrice campana Rosaria Capacchione e il magistrato Felice Casson. Il voto segreto ha affossato la candidatura. Il senatore Pdl Renato Schifani ha commentato: “Ognuno si assumerà responsabilità”.

Esce allo scoperto la Capacchione: “Non abbiamo – dice – nessuna pregiudiziale sul fatto che sia una personalità del Pdl a presiedere la commissione Giustizia, soltanto ci aspettavamo, dal momento che si tratta di una commissione importante, che il Pdl ci facesse un nome che potesse essere condiviso”. “Non vogliamo rompere l’accordo – conclude – aspettiamo un nome condivisibile”.

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