Roma, 5 mag. (LaPresse) – “Non so se si creeranno le condizioni, ma in una competizione con regole adeguatamente innovate, valuterei di esserci”. E’ quanto afferma Corrado Passera, ex ministro dello Sviluppo economico del governo Monti, intervistato dal Corriere della Sera, in merito all’eventualità di candidarsi alle prossime elezioni politiche.
SERVONO NUOVE REGOLE ELETTORALI. Le “regole”, spiega, sono quelle di una nuova legge elettorale. “Io sono per l’uninominale a doppio turno alla francese – puntualizza Passera – che al primo giro permette ai cittadini di scegliere il suo candidato. Al secondo consente alleanze e assicura una base larga alla maggioranza”. Per l’ex ceo di Intesa San Paolo ci sono, però, delle “condizioni irrinunciabili” su cui poggiare la sua eventuale decisione di candidarsi: “un programma coraggioso – spiega – per realizzare un vero progetto-Paese e compagni di viaggio che credano nell’Italia e la amino. Proprio come me”.
SCELTA CIVICA? PARTITO SENZA CORAGGIO. Parlando di Scelta civica, Passera spiega il motivo per cui ha deciso di non seguire il progetto politico di Monti alle passate elezioni. “Non era il progetto radicalmente riformista di cui il Paese ha bisogno – dice – non si può ambire a fare una cosa nuova mettendo in piedi pezzi vecchi”. “Non era nuovo il partito – aggiunge Passera – non era nuovo e coraggioso il programma, perché non conteneva veri cambiamenti in campo istituzionale, economico e sociale. Non ha aiutato il sistema elettorale. Io sono per l’uninominale a doppio turno alla francese che al primo giro permette ai cittadini di scegliere il suo candidato. Al secondo consente alleanze e assicura una base larga alla maggioranza”.
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