Roma, 29 apr. (LaPresse) – Dibattito incandescente in aula alla Camera infiammato da un 5Stelle, Andrea Colletti, e sedato in parte da un altro ‘stellato’, Luigi Di Maio. Dopo il discorso programmatico del premier Enrico Letta iniziano nell’emiciclo il dibattito con Colletti, che attacca il neo presidente del Consiglio e tira in ballo pesantemente il nuovo ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il grillini sostiene che la scelta di Alfano come ministro dell’Interno fa sembrare “il governo della trattativa Stato-mafia, il governo del bavaglio alla magistratura”. “Lei è il nipote di Gianni Letta che è stato amnistiato per finanziamento illecito ai partiti ed è indagato da varie procure”, ha detto anche Colletti, riferendosi a Enrico Letta. E scoppia la bagarre tra i banchi dell’emiciclo. Pd e Pdl si rifanno al regolamento di Montecitorio e rimproverano al vicepresidente di turno, il cinque stelle Luigi Di Maio, di non essere stato imparziale come avrebbe dovuto. Dal canto suo il giovane grillino richiama Colletti perché ha sforato i tempi: “Deputato la devo interrompere, ha finito i minuti”. Ma il suo richiamo non basta a placare i deputati del Pd e del Pdl che inveiscono per le parole usate da Colletti. E’ il primo botta e risposta tra i partiti delle larghe intese e i grillini, e avviene nel corso della discussione sulla fiducia al governo.

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