Palermo, 22 apr. (LaPresse) – Le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino, registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia, sono state distrutte dal gip di Palermo Riccardo Ricciardi.
“Noi sicuramente non ci arrendiamo e faremo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo”. Lo ha detto all’agenzia LaPresse l’ avvocato di Massimo Ciancimino Roberto d’Agostino, commentando la avvenuta distruzione delle intercettazioni delle telefonate. Tramite i suoi legali Massimo Ciancimino aveva fatto ricorso ricorso contro la decisione del gip di distruggere le intercettazioni delle telefonate tra l’ex ministro Macino e Napolitano. “Riteniamo che le nostre ragioni siano fondate e che ci sia stata una grave violazione dei diritti della difesa. Oltre al fatto che così non si potrà sapere il contenuto delle intercettazioni, c’è una fondamentale questione di principio. Andremo avanti per difendere il principio del diritto della difesa e del contraddittorio”, ha aggiunto l’avvocato D’Agostino.
Il 18 aprile scorso la sesta sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Massimo Ciancimino, tramite i suoi legali, stabilendo che le intercettazioni delle conversazioni tra Macino e Napolitano andassero quindi distrutte subito, così come stabilito dalla Corte Costituzionale.
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