Roma, 6 gen. (LaPresse) – “La prima riforma che vorrei fare è quella del conflitto di interessi. Tutti hanno sempre detto di volerla fare, ma nessuno l’ha mai fatta”. Così Antonio Ingroia, candidato premier per la lista ‘Rivoluzione civile’, intervistato da Tgcom24, spiega quale sarà, in caso di vittoria alle elezioni, la prima riforma del suo governo. Il conflitto di interessi, ha puntualizzato, “è uno degli ostacoli principali all’affermazione di alcuni diritti, come il pluralismo e la libertà dell’informazione e porta a catena una serie di altri diritti negati”, a cominciare “dall’accesso alle informazioni, che è anche diritto alla partecipazione e quindi diritto democratico”. L’ex procuratore aggiunto di Palermo ha poi spiegato che tra le altre riforme che avrebbero la priorità nel suo governi ci sono quelle della scuola pubblica e del lavoro. “I diritti dei lavoratori – ha detto – sono stati mortificati”. Ingroia ha parlato poi della necessità di una “patrimoniale severa, così che i ricchi paghino più tasse e i poveri di meno”.

LA RIVOLUZIONE CIVILE. Parlando dei motivi che l’hanno spinto a scendere in campo, chiedendo un’aspettativa al Consiglio superiore della magistratura, Ingroia spiega: “L’Italia ha bisogno di una rivoluzione, di rimettersi in piedi, di portare i cittadini comuni in prima fila. La politica deve fare un passo indietro, è questo il senso della lista civica”. La rivoluzione, ha puntualizzato, “è civile, pacifica, delle coscienze, etico-morale. Deve portare al centro la coscienza, la pulizia e la voglia di legalità. Per questo dobbiamo cambiare tante regole, quelle che hanno fatto pagare ai cittadini il prezzo di una casta corrotta, spesso in combutta con la mafia. Non serve un’ondata giustizialista – ha aggiunto – serve l’impegno dei cittadini”.

LE ELEZIONI. Per il magistrato le elezioni di febbraio promettono bene. “Sono ottimista – ha detto – la nostra è la lista più giovane, ma vedo un grande entusiasmo. I primi sondaggi – ha aggiunto – ci portano a credere che andremo sopra la soglia di sbarramento alla Camera” ed è ipotizzabile che raggiunga “il 5%”. “Possiamo crescere – ha detto ancora – se dimostriamo agli elettori che siamo credibili. Abbiamo già iniziato a farlo presentando in lista nomi importanti, come quello di Franco Latorre, figlio di Pio Latorre, Grabriella Stramaccioni, Flavio Lotti, Giovanna Marano”.

MONTI E BERLUSCONI. Il faccia a faccia elettorale con Monti e Berlusconi non sembra spaventarlo. “Non temo nessuno – ha detto Ingroia – all’orizzonte il maggiore pericolo è costituito da Silvio Berlusconi, che ha fatto un disastro nel ventennio che abbiamo alle spalle, riducendo l’Italia in macerie, ma non è un pericolo concreto. Non ha alcuna chance di poter vincere. Gli italiani ormai si sono vaccinati dalle bugie che ha propinato per anni”. “Monti – ha concluso – è l’avversario politico più insidioso, perché si presenta con un piglio di maggiore autorevolezza, non racconta frottole, ma ha fatto pagare la crisi agli italiani più poveri”.

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