Herat (Afghanistan), 9 dic. (LaPresse) – Due giorni tra i militari del contingente italiano di stanza ad Herat e di incontri con le più alte cariche giudiziarie, esponenti della società civile e della politica afghane. Il ministro della Giustizia Paola Severino lascia oggi l’Afghanistan dopo aver condiviso il pranzo della festività dell’Immacolata con i militari del Regional Command West, nell’ambito nella missione di pace italiana in Afghanistan, ed aver incontrato il governatore e il procuratore generale della provincia di Herat, Daud Saba e Maria Bashir, per essere infine ricevuta, a Kabul, dal ministro della Giustizia afghano, Habibullah Ghaleb. “L’impegno italiano in Afghanistan nel settore della Giustizia – sottolinea il ministro Severino – è stato e continua ad essere intenso e di elevato livello: abbiamo fornito le nostre competenze per la realizzazione della normativa locale in campo penale, abbiamo finanziato la costruzione di istituti di pena per garantire la dignità dei detenuti, specialmente delle donne e dei loro bambini”.
Accompagnata dalla procuratrice Bashir, figura di riferimento in Afghanistan per il rispetto dei diritti umani e in particolare delle donne, la Guardasigilli Severino ha visitato stamane il carcere femminile di Herat, edificato grazie ai fondi del ministero della Difesa italiano: “Straordinario esempio di come l’attività che nel diritto internazionale va sotto il nome di responsabilità di ricostruire sia stata concretizzata in un luogo dove le donne studiano, imparano a cucire, a tessere e a realizzare manifatture da vendere e i cui proventi saranno loro in parte restituiti una volta uscite dal carcere”. La visita a Kabul si è conclusa con l’incontro con i rappresentanti della Cooperazione italiana e con il ministro della Giustizia afghano.
“Quel che mi ha colpito di piu é stata la corale, reiterata ed a volte accorata richiesta, proveniente da tutte le autorità che si occupano di giustizia, ed in particolare dalle donne, di mantenimento di un presidio italiano anche dopo il ritiro concordato nel 2014. Un presidio – sottolinea il ministro Severino – che, mi é stato ripetuto più volte, consenta di non disperdere il patrimonio di cultura,di regole,di giustizia, di cui sono state straordinarie portatrici e finora custodi le forze militari di pace. Lascio questo Paese di struggente bellezza con l’orgoglio di appartenere ad una nazione che sa sviluppare questi straordinari progetti con la professionalità, il calore e l’amicizia che solo gli italiani sanno dare”.
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