Firenze, 2 dic. (LaPresse) – Il mea culpa arriva subito: “Se è vero che c’è uno che ha perso, quello sono io”. Dal palco del suo comitato, alla Fortezza da Basso, dopo la sconfitta al ballottaggio delle primarie del centrosinistra, Matteo Renzi lo dice chiaramente. Interrotto più volte dagli applausi del suo staff e dei volontari, il sindaco di Firenze non lascia spazio a nessun dubbio: “Noi volevamo cambiare il Paese, la nostra idea non è stata vincente. Non ce l’abbiamo fatta”. E poi ancora: “Se fossimo riusciti a portare gli italiani ai gazebo, oggi avremmo visto un’altra storia”. Dopo le polemiche con lo sfidante, Pier Luigi Bersani, ora è il tempo di riconoscere la vittoria dell’avversario. “Quella di Bersani è una vittoria netta: lui ha vinto, noi no”. Poi i ringraziamenti: “Ho appena chiamato Pier Luigi Bersani per fargli i miei e i vostri complimenti perché ha vinto le primarie: in bocca al lupo”. Delusione e amarezza per la sconfitta, ma anche convinzione che “ne è valsa pena”.
Perchè, spiega ai suoi, “questa non è la parola fine”. “Ora – sottolinea – sarà meraviglioso dimostrare come siamo stati in questa campagna: tenaci e coraggiosi”. Si riparte dunque, dentro il Pd. Parlando con i giornalisti dopo il suo intervento dal palco, Renzi smentisce la volontà di dare vita a una sua lista: “Io – dice – sono un militante e un iscritto del Pd. Non è un’ipotesi e non è mai esistita”. Ritornerà a fare il sindaco, prosegue, ma su un ruolo in futuro nel partito non ha intenzione di mollare. Ha perso sì, ma lancia un messaggio dal palco a Bersani, cioè il “dovere di andare a parlare non soltanto all’Italia che è andata ai gazebo, ma anche a quella che ne è restata fuori”.
Per la delusione, continua, c’è tempo fino a domani, poi tocca all’orgoglio: “Domani mattina – dice ai suoi sostenitori – dovete avere la convinzione che ne valeva la pena, offrendo ai vostri colleghi un sorriso per questa esperienza. La politica è entusiasmo, gioia di provarci”. Amarezza, ma nessun rimpianto. Renzi lo dice con le parole del cantautore Samuele Bersani: “E’ sempre bellissima la cicatrice che mi ricorderà di essere stato felice”.
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