Governo vara ‘Decreto crescita’, il rischio è la sindrome annuncio

Governo vara ‘Decreto crescita’, il rischio è la sindrome annuncio

Roma, 4 ott. (LaPresse) – Sono misure che “mirano a trasformare l’Italia”. Lo ha affermato il premier Mario Monti a palazzo Chigi presentando il ‘Decreto crescita 2’. “Nel complesso le norme puntano in modo ambizioso a fare del nostro paese, un paese in cui l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di competitività” ha aggiunto Monti. Molte le misure contenute, raccolte in una nota di ben 13 pagine. Dalla carta d’identità elettronica, al centro unico per gli institori stranieri, passando per l’informatizzazione di quasi tutti i settori della P.a., sembra di essere tornati ai tempi degli annunci di Brunetta e in molti hanno già storto il naso, perché di concreto c’è poco. Di certo migliora il contesto generale per chi vuole investire e fare impresa, ora bisogna vedere quante delle norma diventeranno realtà, e quanto le varie lobby metteranno in campo per sbarrarne il cammino. Al centro di tutto l’Agenda Digitale, che aumenta fortemente i servizi digitali per i cittadini, che potranno avere un unico documento elettronico, valido anche come tessera sanitaria, attraverso il quale rapportarsi con la pubblica amministrazione. Via libera anche alle ricette mediche digitali, al fascicolo universitario elettronico, all’obbligo per la PA di comunicare attraverso la posta elettronica certificata e di pubblicare online i dati in formato aperto e riutilizzabile da tutti. Significativi risparmi di spesa e maggiore efficienza arriveranno dalla digitalizzazione delle notifiche e delle comunicazioni giudiziarie, che assicureranno il mantenimento del principio di prossimità del servizio giustizia nei confronti di cittadini e imprese. Viene inoltre integrato il piano finanziario necessario all’azzeramento del divario digitale per quanto riguarda la banda larga (150 milioni stanziati per il centro nord, che vanno ad aggiungersi alle risorse già disponibili per il Mezzogiorno per banda larga e ultralarga, per un totale di 750 milioni di euro) e si introducono significative semplificazioni per la posa della fibra ottica necessaria alla banda ultralarga.

Per la prima volta, nell’ordinamento del nostro Paese viene introdotta la definizione di impresa innovativa (startup): le nuove misure toccano tutti gli aspetti più importanti del ciclo di vita di una startup – dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventuale chiusura – ponendo l’Italia all’avanguardia nel confronto con gli ordinamenti dei principali partner europei. Tali norme danno anche seguito a quanto indicato nel Programma Nazionale di Riforma e rispondono a raccomandazioni specifiche dell’Unione Europea che individuano nelle startup una leva di crescita e di creazione di occupazione per l’Italia. La dotazione complessiva subito disponibile è di circa 200 milioni di euro. Una volta a regime, la norma impegnerà 110 milioni di euro ogni anno.

Ulteriori importanti misure vengono assunte sul fronte della defiscalizzazione delle opere infrastrutturali strategiche (tramite l’introduzione di un credito di imposta a valere su Irap e Ires fino al 50%), sull’attrazione degli investimenti diretti esteri (con la costituzione dello sportello unico Desk Italia a cui potranno rivolgersi gli imprenditori stranieri), col rafforzamento del sistema dei Confidi per migliorare l’accesso al credito delle Pmi e con significative liberalizzazioni nel settore assicurativo (introduzione di un “contratto base” comune a tutte le compagnie).

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