Roma, 20 lug. (LaPresse) – Le festività non verranno accorpate. Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri. Nella nota diffusa da palazzo Chigi al termine del Cdm si legge che “il Consiglio dei ministri ha esaminato la questione del calendario delle festività e delle celebrazioni nazionali” e “ha deciso di non procedere all’accorpamento delle festività per tre ragioni”. Anzitutto, spiega la nota “perché, secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non dà sufficienti garanzie di risparmio, contrariamente a quanto indicato dalla norma (che individua nel risparmio di spesa la propria finalità principale). Inoltre, perché a differenza di quanto indicato dal decreto legge del 2011 nella parte in cui fa riferimento a “diffuse prassi europee”, non esistono in Europa previsioni normative di livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni.
“In alcuni Paesi (ad esempio la Germania, l’Austria e la Spagna) – si legge nella nota di Palazzo Chigi – la celebrazione delle festività dei Santi Patroni rientra nell’autonoma determinazione delle autorità locali che le fanno coincidere col giorno a questi dedicato nel calendario gregoriano. Nei Paesi anglosassoni – ad esempio in Irlanda e in Scozia – i Santi Patroni delle principali città sono riconosciuti e celebrati, con giornate festive stabilite a livello statale. Infine, perché l’attuazione della misura nei confronti dei lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia dell’autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la conflittualità tra lavoratori e datori di lavoro”.
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