Roma, 11 mag. (LaPresse) – “Una maggiore cura per l’infanzia e per gli anziani, nuove opportunità per i giovani insieme ad interventi a favore delle imprese e più investimenti per la cultura”. Queste le priorità del piano di riprogrammazione dei fondi comunitari (già a bilancio) per 2,3 miliardi alle aree di fragilità del Paese, le regioni del Sud. Il piano “di azione e coesione” è stato presentato a Palazzo Chigi dal premier Mario Monti e dai ministri, Fabrizio Barca, Andrea Riccardi e Elsa Fornero. La riprogrammazione di 2,3 miliardi di euro dei fondi comunitari nelle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, è avvenuta “de-finanziando interventi con criticità di attuazione, obsoleti o inefficaci”, riferisce in una nota palazzo Chigi. Di questi 2,3 miliardi, 845 milioni sono destinati a obiettivi di inclusione sociale: cura dell’infanzia (400 milioni); cura degli anziani non auto-sufficienti (330), integrazione della politica dell’istruzione contro la dispersione scolastica con azioni per la legalità nel territorio (77), progetti promossi da giovani del privato sociale (38 milioni).

Gli altri interventi per 1,498 miliardi sono rivolti alla crescita attraverso iniziative per i giovani, azioni per promuovere lo sviluppo delle imprese e la ricerca, promozione dell’innovazione dal lato della domanda attraverso bandi commerciali, valorizzazione di aree di attrazione culturale e riduzione dei tempi della giustizia. Lo scopo è di rifocalizzare il sostegno alla competitività e all’innovazione delle imprese nelle quattro regioni del Meridione. E a questo scopo il piano prevede investimenti per 900 milioni. “Il rigore che abbiamo chiesto al Paese non è stato un cedimento a logiche e politiche decise da altri in altri luoghi ma l’opposto cioè l’invito a condividere uno scatto di orgoglio, un’assunzione di responsabilità per un futuro migliore”, ha affermato Monti presentando il piano. “Ci sono molti modi – ha aggiunto – per diventare colonie di altri paesi. Noi amiamo il sistema internazionale, siamo protagonisti attivi in Europa ma vogliamo avere lo stesso grado di autonomia e decisione responsabile che hanno gli altri paesi ed eravamo sul punto di perdere questo grado di autonomia”.

“Mi si dice che sono freddo, ma sui problemi e le persone che si impegnano in povertà di mezzi mi accaloro”, ha affermato il professore cercando di far emergere la sua umanità, che qualcuno gli rimprovera come latente e sottolineando che “il rigore è il metodo” mentre “la crescita, il lavoro e l’inclusione sono i fini” dell’azione del suo Governo, ha voluto marcare le distanze concettuali dell’operato del suo esecutivo rispetto alle richieste dei partiti che restano “fondamentali” per la vita del suo Governo ma che sono estranei alle scelte maturate oggi in Cdm. “Il Governo – ha infatti spiegato il premier – ha deciso queste cose non perché richieste dai partiti ma perché richieste dalla società italiana e le richiede da tempo”. Il Governo, ha proseguito Monti “ha valutato il momento in cui sporgere la testa fuori dalla superficie dell’acqua” e l’aver dedicato attenzione alla crescita e all’equità con questi provvedimenti “non è affatto un cambio di marcia” in virtù del fatto, ribadisce ancora una volta il professore, che “crescita ed equità sono state sempre in primo piano nell’azione del governo”. Il presidente del Consiglio ha inoltre sottolineato che “l’obiettivo era il pareggio strutturale di bilancio e il pareggio in termini strutturali nel 2013 è previsto senza altra manovra”, commentando le parole del vicepresidente della commissione europea, Olli Rehn, che ha detto oggi che “l’Italia è sulla strada giusta per raggiungere i suoi obiettivi di bilancio nel 2012 e 2013”.

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