Roma, 24 apr. (LaPresse) – Silvio Berlusconi torna a Roma dopo il caso Ruby e poco prima della sentenza della Cassazione che etichetta Marcello dell’Utri “mediatore” tra la mafia e lo stesso presidente del Pdl, allora imprenditore di successo. L’appuntamento è di quelli in grande stile, convocato nell’auletta dei gruppi di Montecitorio, con i coordinatori del Pdl, compresi quelli regionali e provinciali, prima del turno elettorale delle amministrative del 5 e 6 maggio. L’obiettivo è quello di caricare i giovani al primo appuntamento politico importante, soprattutto perché in realtà, questo particolare momento per il Popolo delle libertà non è sicuramente dei migliori. La mancata alleanza con la Lega, per alcuni defitiva una fortuna vista la bufera che si è scatenata su via Bellerio, e lo scandalo Formigoni, a detta di molti piediellini, avrebbero compresso le amministrative. Di fatto, guardando al futuro, Berlusconi non ha negato ai parlamentari che “se si andasse a elezioni a ottobre la sinistra potrebbe vincere” e questa eventualità è “una delle ipotesi possibili”, per questo il Cavaliere ha avvertito: “Dobbiamo tenerci pronti”. Altro argomento affrontato alla presenza del segretario Angelino Alfano il nuovo nome del partito che secondo il presidente sarà sottoposto “al prossimo congresso, partito che resta lo stesso, composto dalle stesse persone che credono nelle stesse cose, nelle nostre idee”. Insomma cambia il nome ma non la sostanza, perché secondo Berlusconi il problema sta nel fatto che “l’acronimo Pdl, formato da due parole bellissime, ‘popolo e libertà’, è un acronimo che molto spesso viene anche usato al femminile e come acronimo non trasmette commozione alcuna, mentre Forza Italia sì”. E se lo spettro delle elezioni anticipate diventa ogni giorno più reale Berlusconi non può non pensare a possibili alleanze, se la legge elettorale rimanesse quella di oggi. Ecco allora l’apertura a Pier Ferdinando Casini: “Noi speriamo assolutamente che i moderati si possano presentare insieme alle prossime elezioni”. E non è tutto: “Faremo tutto ciò che sarà in nostro potere per far sì che tra i moderati non ci siano delle fratture”.
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