Roma, 13 apr. (LaPresse) – E’ partita da piazza della Repubblica, a Roma, la manifestazione nazionale ‘Basta promesse’, indetta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl per chiedere risposte in favore dei lavoratori ‘esodati’ e protestare contro alcune “misure inique” contenute nella riforma delle pensioni. A prendere la parola, sul palco di piazza Santi Apostoli sono stati tutti i leader delle sigle che hanno aderito al corteo: Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella. “Siamo tanti, tantissimi”, ha detto il segretario organizzativo della Cgil, Enrico Panini. Poi la contestazione al governo sui numeri degli esodati, 65mila, che il ministro Elsa Fornero ha reso noto ieri in serata. “Se non fosse un problema tragico, apparirebbe come un gioco di prestigio – ha spiegato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – perché alla fine di una lunga indagine si da’ lo stesso numero del decreto milleproroghe, dove si diceva che la copertura era insufficiente. Siamo di fronte ad una cosa pericolosa perché il messaggio che si vuole dare alle tante persone che sono qui è ‘voi non esistete, siete dei fantasmi'”. Per la leader della Cgil il governo deve dare “i numeri veri e non falsi, nel tentativo maldestro di far fallire le manifestazioni. Credo che 65mila esodati siano solo una parte del problema, ma non ci sono risposte per gli esodi individuali e per quelli che erano già in mobilità dentro gli accordi fatti. La cifra di 200mila non l’hanno inventata i sindacati, ma vengono da fonti ufficiali”. Sulla stessa linea anche Bonanni, Angeletti e Centrella. “Il problema – ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti – non è fare il gioco dei numeretti, giocare al lotto, ma le cose che il Governo deve fare: mantenga i patti per far si’ che gli accordi siglati prima della riforma delle pensioni siano validi e i lavoratori vadano in pensione con le vecchie regole”. “Il Governo non scherzi e cerchi le risorse per mandare tutti questi lavoratori in pensione con le vecchie regole”, ha aggiunto il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, spiegando che “gli esodati sono più dei 130mila riferiti dall’Inps”.

In merito alla possibilità di istituire un tavolo di confronto sull’argomento tra sindacati e governo, Camusso ha detto: “Ce l’avevano promesso, ma ne abbiamo perso le tracce”. Anche Bonanni ha chiesto un tavolo con il ministro del Lavoro “perché le persone hanno bisogno di essere rassicurate. Ci aspettiamo già nelle prossime ore un incontro risolutorio da parte del ministro Fornero perché 65mila esodati sono nel perimetro che lei ha deciso, ma chi vuole prendere in giro?”. Tra gli slogan scritti sugli striscioni dei manifestanti, attacchi a a Monti e Fornero: ‘La matematica di Mario Monti: esodati+mobilitati=truffati’, ‘Elsa non piangere, a quello ci pensiamo noi’ e ‘Con la modifica dell’articolo 18, Monti ti verrà il cag8’. “Il governo ha fatto la riforma previdenziale più feroce che c’è in tutta Europa – ha spiegato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, dal palco di piazza Santi apostoli – ha risparmiato più di tutti gli altri Paesi europei e ora uso quei soldi solo per coprire i buchi del bilancio. Basta spendere un decimo delle risorse ottenute con la riforma per risolvere il problema”. Poi la richiesta di dimissioni del presidente Inps. “Se il governo continuerà a dire che gli esodati sono 65mila, non c’è altra strada di chiedere le dimissioni del presidente dell’Inps – ha detto Camusso – perché sarebbe una persona incapace di governare le esigenze dei lavoratori e non si possono affidare le sorti di tantissimi italiani a una persona che non ha il coraggio di dire quali sono i numeri”. “Il Paese – ha concluso la leader della Cgil – non si salva senza salvare gli italiani, e cioè i lavoratori, non quelli che portano i capitali all’estero”. Tra le migliaia di persone che hanno sfilato c’era anche l’attrice e regista Sabina Guzzanti, nei panni della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. La comica romana ha percorso un tratto del corteo, ironizzando sulle stime degli ‘esodati’. Pantaloni neri, occhiali e giacca rosa, Guzzanti ha stretto le mani di alcuni lavoratori per poi pulirle con un disinfettante tra l’ilarita’ dei manifestanti. “Vi ho contato – ha detto rivolgendosi ad alcuni di loro – e dico che siete 516. Ora posso licenziarvi”.

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